Tiago Pinto, Josè Mourinho

AS ROMA NEWS PINTO MOURINHO – Da Morata a Lukaku. Passando per Scamacca, NZola, Beltran, Zapata, Arnautovic e parecchi altri centravanti. La Roma ha seguito l’odore delle occasioni per colmare la lacuna più urgente dell’organico, il sostituto di Tammy Abraham. Non ha scelto un profilo preciso. Non ne aveva la possibilità, essendo vincolata ai parametri del fair play finanziario e del cosiddetto transfer balance (equilibrio tra chi entra e chi esce) che Tiago Pinto ha ben descritto ieri a Trigoria, scrive il Corriere dello Sport.

Ma se a ridosso del gong è arrivato il miglior rinforzo possibile, Romelu Lukaku, il principale merito è stato di Mourinho, come lo stesso gm ha riconosciuto. Il rapporto personale con il giocatore, già allenato in due occasioni diverse in Inghilterra, ha tracciato il sentiero del colpo più rumoroso dell’estate. Rapidi e abili sono poi stati i Friedkin a volare a Londra per chiudere l’affare con il Chelsea, ben supportati da Pinto che nelle negoziazioni non ha nulla da imparare. 

In fondo era successa la stessa cosa nell’estate 2022 con Dybala e Matic. Senza Mourinho, nessuno dei due avrebbe mai giocato nella Roma. Poco importa che poi «il signor Matic» abbia mollato la compagnia per un mix di questioni, tradendo lo stesso Mou. Tiago Pinto, con i Friedkin, ha segnato i gol dopo che l’allenatore gli aveva fornito gli assist. Se i due continueranno a convivere alla Roma anche dopo il 30 giugno 2024, ipotesi quantomeno improbabile oggi, il sistema operativo sarà più o meno lo stesso. Sui nomi che pesano, che spostano gli equilibri della squadra, sarà Mourinho a muoversi in prima persona per introdurre il giovane connazionale al tavolo della trattativa. 

Questo non significa che Tiago Pinto sia una marionetta a disposizione di Mourinho. Anzi, il mercato del 2023 ha dimostrato il contrario: Mourinho voleva Morata, Tiago Pinto gli aveva praticamente consegnato Zapata prima che si aprisse lo spiraglio per Lukaku. E lasciamo stare i dettagli di una trattativa un po’ spigolosa con l’Atalanta, che infatti poi ha ceduto il centravanti al Torino. Aouar e N’Dicka sono due svincolati che la Roma ha preso con largo anticipo, senza neppure sapere se Mourinho sarebbe rimasto. Paredes e Renato Sanches sono due nomi graditi all’allenatore ma scelti dal gm con il proprio ufficio di scout. Idem il giovane Marcos Leonardo, che la Roma aveva quasi acquistato a inizio agosto per poi rimandarne l’arrivo a gennaio. Quello era un investimento del club, un comprensibile desiderio di futuro della Roma, ma non certo un calciatore chiesto dall’allenatore.

Sarà interessante sentire il prima possibile la voce di Mourinho, che potrebbe tornare a parlare sabato 16 prima della partita contro l’Empoli. Nell’ultima conferenza stampa a Trigoria, prima dell’arrivo di Lukaku, aveva spiegato che la Roma poteva ambire a un piazzamento tra il quinto e l’ottavo posto. Ieri Tiago Pinto, nel commentare il mercato appena concluso, ha parlato esplicitamente di obiettivo Champions League e di rosa migliorata rispetto allo scorso anno nonostante la perdita di Matic, Wijnaldum, Ibañez e Abraham.

Chissà come la pensa Mourinho, che comunque ha già denunciato nell’intervista di un mese fa pubblicata su questo giornale un «ritardo» nel piano di rafforzamento della squadra. Su questo tema sicuramente non si sbagliava: Lukaku ha saltato le prime due partite e ha giocato solo un piccolo pezzo della terza. Forse non c’erano alternative, perché un calciatore così forte non si sarebbe spostato prima. Ma la squadra ha pagato con l’avvio shock la rosa incompleta: la speranza di tutti a Trigoria è che basti un campionato da 35 giornate per rientrare nel salotto dei grandi.



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