Dall’ingresso della nuova proprietà Usa nella Roma, fare strada in Europa resta una chimera, tant’è che nelle 6 stagioni di loro competenza per due volte la Roma non si è qualificata per le Coppe (2012-13 e 2013-14), in una non ha superato il preliminare di Europa League (2011-12), mentre nelle ultime tre stagioni è stata eliminata nei gironi di Champions e poi agli ottavi di Europa League (2014-15), eliminata agli ottavi di Champions (2015-16) e stavolta – causa Porto e Lione – prima ai preliminari di Champions e poi agli ottavi di Europa League.
Per trovare un risultato più consistente – ovvero i quarti di Champions – bisogna risalire a 9 anni fa, quando proprio da Luciano Spalletti s’incagliò solo contro il super Manchester United di Ferguson (2007-08), così come gli era successo la stagione precedente. Eppure una certa dimensione internazionale non manca alla Roma, che ieri ha avuto anche un pubblico riconoscimento dalla Chapecoense, il cui presidente David Plinio de Nes, quattro mesi dopo il disastro aereo che ha cancellato la squadra brasiliana, ha detto come, al di là delle parole o dei buoni propositi, le “uniche squadre a fornire un aiuto concreto al club siano state solo il Barcellona e la Roma“.
James Pallotta non ha comunque fatto drammi per l’eliminazione: “Sfortunatamente ho dovuto vedere la partita in hotel per via della febbre. La squadra probabilmente ha giocato novanta e più minuti come mai l’avevo vista prima. Siamo stati sfortunati in un paio di occasioni che sono andate fuori di poco e c’è stata anche la traversa. Sono orgoglioso di come hanno giocato, lottando fino all’ultimo minuto“. Tutto vero. Per questo a Pallotta piacerebbe senz’altro confermare sulla panchina giallorossa Spalletti – che ieri ha invitato la squadra, delusa dall’eliminazione, “a non mollare” –, ma il nuovo matrimonio potrà celebrarsi soltanto davanti a linee programmatiche ben precise. “Io e il presidente ne parleremo nei prossimi giorni – ha detto ieri l’allenatore a “Striscia la notizia”, non mancando di dare elegantemente degli “sfigati ai giornalisti che sono costretti a psicanalizzarlo” –. Il rinnovo dipende sempre dai risultati in questo ambiente. Per restare, poi, ci sono un po’ clausole, tra cui quella del rinnovo di Totti“.
(Gazzetta dello Sport)
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