Non è il classico weekend lungo, da vivere esclusivamente come turisti, anche se Vienna, chic e romantica, sembra fatta apposta per rilassarsi. Ma qui ogni distrazione passa in secondo piano, perché si può mettere al sicuro la promozione ai sedicesimi di Euroleague (mancando, però, altre 2 gare non sarebbe certificata). L’ultimo flop esterno, domenica a Empoli, deve servire da esempio: qualsiasi sfida, anche la più scontata, si complica quando meno te l’aspetti. O meglio, quando c’è di mezzo la Roma, capace di imprese come quella al San Paolo contro il Napoli e di sbandate contro formazioni, italiane e straniere, tecnicamente mediocri. La pioggia e, in serata, anche il freddo (previsti 0 gradi all’ora del match: inizio alle 19) complicano ulteriormente il 3° viaggio in 9 giorni. Ancora di più perché questo e’ all’estero: dalla stagione 2011/12 i giallorossi, nelle trasferte continentali, raccolgono poco o niente. Solo 1 successo, il 26 febbraio del 2015 a Rotterdam contro il Feyenoord nel ritorno dei sedicesimi di Europa League, nelle 12 gare giocate fuori casa con la proprietà Usa. Che di vittorie in campo internazionale, compresi i match all’Olimpico, ne ha comunque contate appena 4 in 25 partite. L’Austria Vienna, capace di rimontare 2 gol in 2 minuti all’andata e di conquistare il prezioso pari all’Olimpico, è al 104° posto del ranking Uefa (la Roma al 42°). Non c’è, dunque, da spaventarsi davanti alla squadra di Fink. Che si accontenterebbe, come ha chiarito alla vigilia lo stesso allenatore, nuovamente di 1 punto. Il messaggio deve dar forza al piano di Spalletti (oggi partita n.50 in Europa con la Roma) che è partito dalla capitale con gli uomini contati: 16 giocatori della prima squadra, più 2 Primavera in arrivo dall’Irlanda. Se l’avversario, pur di restare in corsa nel gruppo E, punta al pari, vuol dire che si sente inferiore, riconoscendo quale sia il gap tra i due club.

STEP PER IL DOMANI E’, quindi, la notte ideale per prendere i 3 punti che avvicinerebbero la Roma alla qualificazione e soprattutto blinderebbero il 1° posto utile per non fare brutti incontri nei sedicesimi. Chiudere in testa è fondamentale: si evitano le 11 migliori dell’Europa League (le prime dei 12 gruppi non si possono sfidare tra loro) e le 4 big (le più in alto nel ranking) che cadranno nel torneo di consolazione dalla Champions. Vale, insomma, la pena portarsi avanti con il lavoro all’Happel Stadion (ex Prater) e staccare in classifica l’Austria Vienna, stessi punti (5) dei giallorossi che sono in testa grazie alla miglior differenza reti. Spalletti, dovendo pensare anche alla partita di domenica sera contro il Bologna, è chiamato a pesare la condizione psicofisica dei singoli prima di decidere su chi puntare. Perché, anche se non ha alcuna intenzione di snobbare la competizione continentale, la priorità sua e della proprietà resta la serie A. Il 2° posto in campionato, posizione che garantisce l’accesso diretto alla prossima Champions, va difeso e blindato, approfittando del calendario favorevole (2 partite all’Olimpico contro il Bologna e il Pescara e in mezzo la trasferta sul campo dell’Atalanta) fino al derby del 4 dicembre. De Rossi guiderà da centrale la difesa a 3 (Fazio non sta bene). Dietro in emergenza, davanti invece in abbondanza. Il miglior attacco in Italia, 26 gol, è anche il 2° in Europa League come percentuale realizzativa (27 per cento), inferiore solo a quella dello Zenit. Ed è qui al completo, a parte capitan Totti, per la rotazione in corsa.

(Il Messaggero – U. Trani)



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