(Il Messaggero – U. Trani) La Champions di domani prima di quella del presente: la Roma sa come comportarsi in Emilia e, a differenza di quanto fatto a Bologna alla vigilia di Pasqua (1 a 1 deludente), sistema la classifica (3° posto) con il 10° successo esterno, prima di volare in Inghilterra per la semifinale d’andata contro il Liverpool. Il 3 a 0 contro la Spal è la sintesi quasi perfetta della prestazione di Ferrara. Addirittura il punteggio, contando le chance avute e di conseguenza gli errori commessi davanti a Meret, non la inquadra come dovrebbe. Di sicuro sono giuste l’interpretazione e la concentrazione. Come la preparazione. E qui si vede il lavoro di Di Francesco che ottiene il massimo pur lasciando a riposo i titolari Florenzi, Jesus, Kolarov, De Rossi, Under e soprattutto Dzeko, e anche utilizzando il 4-3-2-1, ennesima virata tattica per andare incontro alle esigenze della squadra e alle caratteristiche dei singoli. Sono 6 le novità dopo il turno infrasettimanale contro il Genoa, ma il turnover extralarge, nella circostanza, non rallenta i giallorossi che, a 4 turni dal traguardo, sfruttano l’anticipo per staccare la Lazio quarta (-3) e l’Inter quinta (-4), in campo oggi rispettivamente contro la Sampdoria all’Olimpico e il Chievo al Bentegodi.
ROTAZIONE VITALE Il caldo (29 gradi) e il campo (stretto e corto) non frenano la Roma di scorta. Chi entra, insomma, non sbanda: Peres fa il suo dovere e anche di più, Silva (24° giocatore utilizzato) si presenta senza arrossire e Schick di testa segna finalmente in campionato a quasi un anno dalla sua ultima rete in serie A (29 aprile 2017). Gli altri 3 cambi, invece, sono di sostanza: Manolas, Strootman e Nainggolan. Sono le colonne del gruppo: fisicità e personalità. Di Francesco, dunque, riesce a centrare il suo principale obiettivo, cioè conservare l’identità a cui tiene e non rinuncia. Così i giallorossi tornano a vincere fuori casa dopo più un mese, con il 10° clean sheet esterno che è il record per i 5 migliori tornei d’Europa (è il 20° stagionale, contando i 5 di Champions all’Olimpico).
TIRO AL BERSAGLIO La Spal quartultima, solo 1 gol incassato nelle 4 gare interne che hanno preceduto questa, non resiste con il suo 5-3-2, vulnerabile e timido: il 1° ko dopo 8 partite complica il percorso verso la salvezza. Peres, Strootman, El Shaarawy, Pellegrini e Nainggolan, in alcune fasi pure Gonalons, alzano il rimo. Sono in partita e coinvolgono Schick che è presente. Elegante e anche decisivo, da rifinitore e da finalizzatore. El Shaarawy, Pellegrini e Nainggolan si pappano le chance per archiviare la pratica già nella prima parte, chiusa in vantaggio nonostante i soliti sprechi. Vicari, anticipando Strootman, infila Meret sull’imbucata passaggio di Pellegrini. Il difensore si fa male: entra Grassi e Semplici, fino all’intervallo, passa al 4-4-2 (ad inizio ripresa, inserendo Simic, torna al 5-3-2). L’autorete indirizza comunque il match che poi finisce dopo meno di un’ora con i gol di Nainggolan, destro potente in diagonale, e Schick, girata di testa su cross di Pellegrini. La rotazione adesso prosegue in corsa: Under per Strootman, Perotti per Nainggolan e per il 4-2-3-1 e Gerson per Pellegrini. Meret, bravo nell’evitare ai compagni l’umiliazione della goleada, si arrende e lascia il posto a Gomis. I tifosi giallorossi, come i giocatori, adesso pensano solo al Liverpool. E, dopo aver esultato con Schick, chiamano Dzeko: al centravanti titolare chiedono la finale.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA