NOTIZIE AS ROMA – L’esame in Emilia è già da dentro o fuori. Per la Roma e ovviamente per Di Francesco: mai così uniti, i giocatori e l’allenatore, nell’insolito destino. È solo l’alba della stagione, 4 partite di campionato e la mission impossible di Madrid in Champions, ma c’è subito il rischio di comprometterla. I risultati,come sempre, incidono sui giudizi. E, al momento, sono incontestabili: 2 punti nelle ultime 4 gare, l’unico successo lontano un mese e 10 reti prese in 5 match.
Il rendimento è scadente e la svolta di conseguenza obbligata: metà delle formazioni della serie A viaggia a una velocità superiore. La tappa al Dall’Ara, in questo senso, diventa pericolosa proprio perché sembra dall’esito scontato: il Bologna di Filippo Inzaghi, a digiuno di gol e di vittorie, è come se fosse ultimo in classifica, avendo raccolto appena 1 punto (il Chievo ne ha conquistati 2 ma deve azzerare la penalizzazione di 3). I giallorossi di questi tempi non danno però garanzie. Senza anima e gioco, sono chiamati alla riabilitazione immediata per non far precipitare la situazione.
ROTAZIONE ANNUNCIATA Di Francesco, cucinando parole per ogni palato, non nasconde il momento no. Attualmente alla Roma manca tutto o quasi: l’identità, la condizione atletica, l’attenzione, l’organizzazione e il carattere. Testa e gambe, quindi. La rivoluzione estiva di Monchi ha determinato la falsa partenza. Accade spesso quando si riparte con giocatori nuovi in ogni reparto e si cede più di un titolare. I giallorossi non sono più gli stessi: negli interpreti e nei comportamenti.
E l’allenatore, cambiando spesso la formazione e il sistema di gioco, fatica nella gestione del gruppo. Si ritrova davanti, ogni giorno, gli scontenti, gli svogliati e i distratti: lui ci avrà pure messo del suo, ma i giocatori non stanno collaborando come dovrebbero. L’esclusione di Karsdorp per scelta tecnica ne è la conferma. Spetta, dunque, ai calciatori, andare incontro alle esigenze del tecnico, supportandolo e ascoltandolo in questo periodo complicato.
Da Madrid a Bologna almeno 5 le novità nel 4-3-3 per il turnover che è sempre necessario nel 3° match in 8 giorni: Marcano da terzino sinistro in difesa, Cristante e Pellegrini intermedi a centrocampo, Kluivert e Perotti sulle fasce in attacco. E Schick, al fotofinish, può sorpassare Dzeko. Torna a disposizione Pastore, pronto a entrare in corsa. La giostra dei cambi riparte pure per la full immersion che prosegue nella prossima settimana: mercoledì il Frosinone all’Olimpico, sabato la Lazio. Gli Inzaghi aprono e chiudono i 7 giorni, da Filippo a Simone.
DOPPIA ESCLUSIONE Nella lista dei 23 convocati non c’è, insomma, Karsdorp, già mandato in tribuna a Madrid. E nemmeno Coric, rimasto di nuovo nella Capitale dopo essere stato escluso per la trasferta in Spagna. Di Francesco, senza dover per forza alzare la voce nello spogliatoio, invia dunque l’ennesimo messaggio ai giovani del gruppo. Chiede loro più impegno e maggiore attenzione nel lavoro quotidiano.
Nessuna lite, ma semplice chiarimento (avvertimento) ad personam per il terzino, spesso poco applicato nell’addestramento e spesso distratto in partita. Ne ha preso atto, e non è un inedito (accadde anche sul finire della stagione scorsa), l’allenatore. E conta solo il suo giudizio. Non c’è da essere sorpresi da questa nuova bocciatura (2° match di fila): sbagliato l’approccio di Karsdorp contro il Chievo. E sul centrocampista, un po’ indietro rispetto ai compagni, il discorso è simile: chi non si allena bene, sta fuori. Dalla convocazione e quindi dal campo.
(Il Messaggero – U. Trani)
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