Paulo Dybala

AS ROMA NEWS DYBALA – “No Dybala no party”. Commenta così qualche tifoso la sconfitta dell’Argentina per 2-0 contro l’Uruguay di Marcelo Bielsa alla Bombonera. Il ct Scaloni non lo ha mai chiamato in causa, Paulo è rimasto a guardare mentre al suo posto venivano scelti Lautaro Martinez, entrato a inizio secondo tempo, e Angel Di María (53′). Una panchina che ha fatto male alla Joya (è rimasto a guardare anche Paredes) e commentata anche da più di un media argentino, scrive Il Messaggero.

La giustificazione è che Messi è un insostituibile e Dybala è il suo omologo, ma in realtà c’è dell’altro. Il tecnico dell’albiceleste è da sempre molto attento alle prestazioni di Paulo nella Roma, lo fa seguire dai suoi collaboratori che addirittura lo scorso anno si sono recati a Trigoria per sincerarsi delle sue condizioni prima della convocazione al Mondiale in Qatar. Le sue fragilità muscolari sono note e nessuno in nazionale ha interesse a rischiarlo se ci sono delle valide alternative.

Inoltre, non sono passati inosservati i suoi tre mesi italiani tra Serie A ed Europa League. Al netto dei gol (2) e degli assist (3), le sue prestazioni raramente sono state incisive e convincenti. Forse l’arrivo di Lukaku lo ha messo in ombra, nonostante tra i due sembrava che stesse sbocciando una profittevole sintonia. Successivamente interrotta dall’infortunio rimediato contro il Cagliari (lesione distrattiva al collaterale mediale del ginocchio sinistro) smaltito in tempi record.

Per Mourinho è un giocatore chiave, quello che può connettere il centrocampo con l’attacco, l’unico che ha il guizzo e la fantasia per rendere davvero la Roma imprevedibile. Qualità, quest’ultime, che non si sono viste contro la Lazio né nei 22 minuti in cui è stato impiegato con lo Slavia Praga.

Perché? Probabilmente Paulo gioca con la paura di infortunarsi, non si sente libero di fare tutti i movimenti che il suo cervello gli suggerisce. In una occasione al derby avrebbe potuto tirare dalla distanza, ma ha preferito rinunciare. Oppure, con il Lecce avrebbe potuto tirare il rigore, ma invece lo ha lasciato a Lukaku che lo ha sbagliato. «Soffre un po’ calciando da fermo di potenza», ha spiegato lo Special nel post-partita.

Lo scorso anno, infatti, si è infortunato per un mese a ridosso del Mondiale proprio tirando un rigore con il Lecce. È il prezzo da pagare per averlo in rosa. Come ha spesso sottolineato José, se Paulo non avesse queste fragilità non giocherebbe nella Roma perché il suo valore sarebbe altissimo e la proprietà non potrebbe permetterselo per via del Fair play finanziario.

Soluzioni non ce ne sono, se non utilizzarlo con il contagocce senza spremerlo troppo. Dargli la libertà di gestirsi e fermarsi al primo campanello d’allarme, sfruttando al massimo le competenze di staff medico e preparatori. C’è poi il nodo contratto da sciogliere. La clausola rescissoria di 12 milioni è ancora attiva perché la proprietà non ha dato mandato a Tiago Pinto di discutere rinnovo e adeguamento contrattuale. La scadenza naturale dell’accordo è 2025 e la prossima estate potrebbe essere quella decisiva per il suo futuro.



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