AS ROMA NEWS FIORENTINA – Tutti zitti, tutti uniti. Firenze è solo la penultima tappa di un voluminoso e ingombrante dossier chiamato campionato, che alla Roma ormai non serve più. Certo poteva finire meglio, perché la Fiorentina sembrava sbattere costantemente contro il muro eretto da José Mourinho e la vittoria era molto vicina, scrive il Corriere dello Sport.
Si vedeva all’orizzonte la possibilità di inseguire almeno il quinto posto, che avrebbe rappresentato un obiettivo dignitoso. Ma il calcio a volte racconta verità crude e inspiegabili, nelle quali i risultati non rispecchiano fedelmente l’andamento della partita. Capita. Ed è tollerabile che sia successo in occasione di una trasferta vissuta come un fastidioso intermezzo.
Ora la Roma pensa davvero a Budapest, solo Budapest, appassionatamente Budapest. E si chiude dentro a un silenzio che un po’ è polemico verso l’arbitraggio – contestato è l’1-1 di Jovic per il contatto aereo tra Mandragora e il baby Missori – e un po’ è una richiesta di pace. Per arrivare alla finale contro il Siviglia nello stato d’animo migliore è necessario ritrovare concentrazione senza perdersi in parole di circostanza. Quelle erano già state pronunciate a lungo nel media-day organizzato dall’Uefa giovedì scorso. Cosa altro aggiungere adesso di sensato.
Intanto Mourinho, che ha congelato ogni ragionamento sul futuro senza comunicare alcuna decisione alla squadra, potrebbe aver concluso per sempre la sua avventura in Serie A. Almeno in panchina. Con l’ammonizione incassata da Ayroldi sotto diffida, verrà squalificato e non potrà guidare la Roma domenica prossima contro lo Spezia. Sarà un dispiacere per lui e anche per i tifosi: la sospensione potrebbe rovinare il saluto di fine stagione. O forse definitivo: quello sarà più chiaro dal primo giugno in poi. E’ giovedì prossimo. Basta avere un po’ di pazienza.
In questo momento l’unico pensiero è la finale, come ha spiegato nel prepartita Tiago Pinto: «È una partita importante per tutti noi. Ed è una delle più importanti della storia recente della Roma». Ha ragione: in ambito internazionale è inferiore per importanza solo alla finale di Coppa Campioni del 1984 contro il Liverpool. «Ma il nostro progetto va oltre un’eventuale sconfitta – rassicura il gm – abbiamo le basi per ripartire come è ormai chiaro a tutti. Ovviamente saremo più felici se torneremo da Budapest con la coppa, ma di questo è meglio parlare dopo la partita con il Siviglia».
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