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Rassegna stampa

Roma, tutto in una notte. Olimpico, Dybala e voglia di Coppa: il Feyenoord non fa paura

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AS ROMA NEWS FEYENOORD EUROPA LEAGUE – Nelle partite da dentro o fuori difficilmente Mourinho sbaglia, basti pensare che nelle 50 sfide da knock out che finora ha disputato in Europa ne ha vinte 38, perdendone solo 12, scrive La Gazzetta dello Sport.

Anche se poi Mou sa bene che stasera per l’eventuale qualificazione peserà molto lo stadio, la passione, il calore dei tifosi. «Voglio 67mila giocatori in più, sono sicuro al 200% che l’Olimpico giocherà con noi. I tifosi saranno lì non solo per cantare o sventolare una bandiera, ma anche per giocare, come già successo in passato. E sono sicuro anche della mia squadra: se vinceremo andremo avanti, altrimenti saremo stanchi e tristi, ma certi di aver dato tutto».

Mou queste partite le carica a mille, a livello anche di intensità, studiandole nel minimo dettaglio. Tanto è vero che da lunedì è praticamente recluso a Trigoria, con la mente fissa al Feyenoord. «Totale rispetto per gli olandesi, ma noi vogliamo vincere segnando due reti. Che poi arrivino all’inizio, alla fine o ai supplementari cambia poco».

E se si dovesse andare ai rigori? Gli ultimi due Pellegrini e Cristante li hanno calciati sul palo. «Ma in generale siamo la squadra che ha preso più legni in Europa. E poi si dice che siamo una squadra difensiva…».

Se c’è un giocatore su cui sono concentrate le attese di tutti, quello è Paulo Dybala. L’argentino si è allenato sia martedì sia ieri, anche se poi con tutte le dovute cautele del caso. Questa mattina ci sarà il provino decisivo, per capire se potrà essere della partita o meno dopo l’affaticamento muscolare all’adduttore destro che lo ha costretto ad uscire proprio una settimana fa, a Rotterdam, nella partita di andata.

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«Non so se ce la farà – dice Mou -. Per me la questione è se può giocare o meno, perché se è in dubbio è un problema: se inizia rischi di sprecare un cambio dopo 10 minuti, se va in panchina, entra e si fa male magari non hai altri cambi da fare subito dopo». Di certo alla Roma serve la sua fantasia, la sua inventiva, i suoi colpi di classe.

Dybala è uno che può decidere la partita anche con una giocata da fermo, con una punizione. E domani il baricentro giallorosso sarà più alto del solito, con Paulo che giostrerà negli ultimi 25-30 metri per far male. Ma, soprattutto, averlo aumenterebbe anche le certezze, la consapevolezza e l’autostima della squadra. Psicologicamente sapere di poter contare sull’argentino sarebbe un’iniezione di fiducia immensa per tutto il gruppo.

Il sospetto guardando i video c’era già, ma la partita d’andata lo ha confermato: dal punto di vista tecnico gli olandesi non sono certo dei fenomeni. Anzi. Proprio per questo, al di là delle motivazioni di base – la necessità della rimonta – la squadra giallorossa adotterà la stessa tattica vista soprattutto nel secondo tempo di Rotterdam.

Ovvero: andare a pressare alto gli uomini di Slot, che hanno dimostrato delle capacità di palleggio abbastanza modeste. Soprattutto Trauner e Hancko hanno evidenziato dei limiti che gli addetti al primo pressing (Belotti-Abraham e Pellegrini su tutti) potrebbero sfruttare per una riconquista “alta” del pallone. A quel punto, prima che la retroguardia avversaria si riorganizzi, sarebbe più facile trovare quegli spazi utili per andare subito in porta.

Tutto, naturalmente, sarebbe molto più funzionale se il baricentro della mediana giallorossa accompagnasse l’azione degli incursori, impedendo così gli scarichi facili degli olandesi verso i loro centrocampisti che si abbassassero per aiutare a far uscire la palla in maniera pulita. Se il Feyenoord invece fosse in difficoltà dovrebbe affidarsi ai lanci lunghi, e a quel punto Smalling & Co. avrebbero vita facile.

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Inutile nasconderlo. Una delle armi decisive per la Roma potrebbe essere la più classica della stagione: le palle inattive. La squadra ha sempre dimostrato una particolare predisposizione a trovare il gol sfruttando i calci d’angolo e le punizioni dalla trequarti, ma anche in Europa League questa vocazione è stata confermata.

Nell’andata di Rotterdam l’inerzia c’era tutta, se una serie di episodi sfortunati non avessero impedito ai giallorossi di trovare la porta. La sensazione, comunque, è stata che ogni calcio da fermo a ridosso dell’area del Feyenoord fosse qualcosa di più di un pericolo potenziale. Non a caso la prima conclusione è arrivata da corner (colpo di testa di Cristante), prima che sempre un angolo innescasse la carambola che ha portato al rigore poi fallito da capitan Pellegrini. Non basta.

Nella ripresa anche il gol salvato sulla linea a Ibanez – trasformatosi in una clamorosa traversa – è arrivato da un cross in area da calcio piazzato. Segno che gli olandesi non hanno saputo prendere bene le contromisure a questo fondamentale. D’altronde, in questa chiave, avere saltatori come Smalling, Mancini, Ibanez, Cristante, Matic e il centravanti di turno, è una garanzia.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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