Come da copione, ancora una volta la scena se l’è presa Monchi. E come era già accaduto nel recente passato, il ds ha fatto chiarezza, lasciandosi allo stesso tempo aperta una porta, come nel caso di Manolas. Partiamo però da Mahrez, argomento caldo: «Il mio metodo di lavorare è quello di pensare a varie possibilità, non solo a un nome. Alcune di queste possibilità sono state rese pubbliche, altre non sono conosciute. Abbiamo presentato due offerte, la seconda delle quali per noi è quella giusta. Poi ci siamo fermati. Ora lavoriamo anche su altre opzioni. Percentuali? Non lo so, non esiste un misuratore. Mahrez, lo ripeto, è un’opzione. Non l’unica. Dopo l’ultima offerta stiamo virando su altre opzioni». Un messaggio chiaro. Ripetuto due volte. Non tanto a chi lo stava ascoltando a Boston ma al Leicester. Una sorta di ultimatum. La Roma valuta Mahrez una trentina di milioni (32), più bonus. Ci si può venire incontro sui benefit, sulle modalità di pagamento, sulla possibilità di una percentuale su una futura rivendita. Monchi però non parteciperà ad aste o rilanci. L’offerta è questa, prendere o lasciare. Questo non vuol dire che l’algerino vada depennato. Perché il messaggio lanciato dal ds (che al termine della conferenza ha ribadito trattarsi di «un’offerta molto molto importante») riguarda anche il calciatore e il suo entourage. Della serie: abbiamo un’intesa, avete manifestato pubblicamente (il 30 giugno scorso) la volontà di cambiare squadra, ora provate a smussare le richieste del Leicester. A pensarci bene, lo stesso modus operandi utilizzato per Defrel.
KOSTAS IN STAND-BY – Ma che la Roma stia monitorando altri profili è vero. Mahrez rimane la priorità, anche dopo l’apparente pausa di riflessione pubblica. E lo rimarrà sino al 10 di agosto, vigilia della partenza della Premier League, proprio con Arsenal-Leicester. È inevitabile però che il ds debba prepararsi una via di fuga. Che al momento è rappresentata dai nomi di Berardi, Ziyech (soprattutto se l’Ajax non dovesse qualificarsi per la Champions e ultimasse l’acquisto di Richarlison dal Fluminense) e Suso, alle prese con un rinnovo contrattuale spinoso, stile Manolas. A proposito del greco, Monchi ha parlato anche di lui: «Ad oggi è un calciatore della Roma e credo che continuerà ad esserlo per molto tempo. A me risulta che lui sia contento di essere qui con noi. Un altro difensore? Ora la priorità è l’esterno alto, poi avremo tempo di valutare la rosa». Prende tempo. Ma scottato da quanto accaduto con Ruediger, stavolta rimarca l’arco temporale delle sue dichiarazioni («ad oggi»). Tuttavia la situazione è analoga. Manolas è un calciatore della Roma. Se arriveranno nuove offerte verranno vagliate. Soprattutto nel caso di Kostas, in scadenza nel 2019.
BOTTA E RISPOSTA – Lo spagnolo sorvola invece con molta diplomazia sulle frecciate di Sabatini, in realtà destinate a Pallotta che nell’intervento radiofonico a Sirius Xm («Avevo perso molta fiducia in lui dopo i primi due anni, che erano stati ottimi. Avremmo dovuto costruire su quelli e invece continuava a fare solo cambi») aveva scaricato l’ex ds: «Magari potessi avere la stessa traiettoria di carriera di Sabatini – le parole di Monchi – è una persona che ammiro». Presidente che nell’intervista non ha risparmiato né Garcia («Per una certa ragione decise di cambiare metodo e alcuni ragazzi non erano mai stati in forma peggiore») tantomeno Spalletti: «Io lo amavo ma la stampa lo ha fatto impazzire, voleva soltanto litigare con loro». Passerella finale su Totti («Ha bisogno di tempo per decidere cosa fare») e sull’annosa querelle-stadio: «Non vogliamo vendere ma se non approveranno il progetto allora qualcun altro dovrà andare sino in fondo».
(Il Messaggero – S. Carina)
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