Josè Mourinho

AS ROMA NEWS ALLENAMENTO MOURINHO – La sorpresa arriva con l’attesa. Sono le 10,20 di ieri e mancano una decina di minuti all’inizio dell’allenamento della Roma. Fa già caldo ad Albufeira anche se il vento che arriva dall’oceano mitiga la temperatura di almeno 4-5 gradi. “Mourinho avrebbe piacere di farvi assistere alla seduta da bordo campo, seduti in panchina”, è l’invito che viene rivolto ai 4 giornalisti italiani al seguito della squadra dai responsabili della comunicazione del club. Proposta, nemmeno a dirlo, subito accettata.

Come riferisce Il Messaggero, entrati nel tunnel che porta al campo, incrociamo Mancini: “Che fate, vi allenate con noi oggi?”, scherza il difensore. Il primo a venirci incontro è proprio José, che fa gli onori di casa: “Mi faceva piacere farvi vedere come lavoriamo. E ne approfitto per presentarvi un mio ex giocatore, Morais, con me al Chelsea nel 2004 che ora sta studiando per diventare allenatore. Almeno sapete chi è e non cominciate a fare domande in giro”. Abbozza un saluto con la mano, pronto ad iniziare la seduta.

In panchina vicino a Morais c’è Nuno Santos, il preparatore dei portieri, che si sta allacciando gli scarpini. “Guardate che io sono un tipo simpatico, non vi fate ingannare da quello che vedete durante le partite”, ridacchia il portoghese che per confermare quanto detto, sfruttando anche una vaga somiglianza con l’attore Jim Carrey, si mette in mostra con il fotografo ufficiale del club in pose plastiche, sfoggiando il miglior sorriso possibile.

È solo il prologo, che rende però l’idea dell’atmosfera serena che c’è nel ritiro giallorosso. Sorrisi che lasciano spazio al lavoro e alla concentrazione quando si inizia a fare sul serio. Nel lato destro del campo, Nuno Santos si occupa dei tre portieri con esercitazioni volte sia ad allenare Rui Patricio, Svilar e Boer nella presa ma anche nei rinvii (devono centrare delle mini-porte poste ad una ventina di metri).

A sinistra, invece, inizialmente sale in cattedra il preparatore atletico Rapetti. Un martello a motivare i calciatori: divide il gruppo in varie stazioni di forza e disegna un percorso a circuito che vede impegnati i ragazzi a rotazione in 6 esercizi diversi. Mou segue tutto da vicino, parlando con il vice Foti. Si sposta di continuo, mai seduto. Una parola a spronare Abraham, un’altra Tripi: non fa differenze nei 29 che ha portato con sé in Portogallo.

Dopo una ventina di minuti, arrivano Zalewski, Kumbulla, Viña, Veretout e Karsdorp che iniziano a svolgere lavoro differenziato. José, a braccia conserte, si mette davanti a loro e assiste. A dimostrazione che nulla è lasciato al caso. Si vede finalmente il pallone: per i calciatori è quasi una liberazione. Dopo qualche torello, iniziano le esercitazioni tattiche nelle quali il tecnico ripete come un mantra due parole: “Intensità e qualità”.

Il lavoro, col campo diviso in settori, è finalizzato alla costruzione e agli sviluppi offensivi senza conclusioni: “Voglio meno tocchi possibili” ricorda José. Si va a mille all’ora. Non c’è un attimo di pausa se non quando l’urlo di Rapetti – “Acqua!” – sembra un miraggio nel deserto. Ma è un attimo. Si riparte subito.

L’osservato speciale Zaniolo appare molto motivato tanto da ricevere i complimenti sia del tecnico che di Foti: “Bravo Nico, continua così”. E l’azzurro li prende alla lettera. Nella partitella di fine allenamento tra gialli e rossi (vinta da quest’ultimi per 5-4) segna tre reti. Il countdown di José che pone termine al match fa arrabbiare Abraham, che per sbrigarsi manca il 5-5. Capitan Pellegrini (autore di una rete per i gialli) se la ride. Intanto gli idranti, fedeli al timer impostato, iniziano a bagnare il campo. È il segnale che i ragazzi aspettano: fine della seduta. Mou saluta: può bastare così.



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