NOTIZIE ROMA BOLOGNA – La sconfitta devastante, una prima ipotesi di esonero e crisi aperta sulla via Emilia; il gol di Santander ha messo a terra la povera squadra di Di Francesco. Era il 23 settembre scorso, faceva caldo al Dall’Ara di Bologna. Era il giorno del disgusted di Pallotta. Era il giorno del ritorno a Roma in pullman e del ritiro riflessivo/puntivo, e del “se non si batte il Frosinone, contro la Lazio ci sarà un altro allenatore”. Tempo di primi ultimatum, dunque.
Era l’ultimo affaccio del 4-3-3, il modulo che non s’aveva da fare, perché non c’erano le mezze ali, ma tanti trequartisti nuovi e futuribili. Ma domani, guarda caso, si fa 4-3-3 proprio con quelle mezze ali di Bologna, ovvero Pellegrini e Cristante, mentre il centrale potrebbe cambiare in questa occasione, da De Rossi a Nzonzi. E’ passato un girone, ci sono state altre crisi, come col Bologna e anche peggio (vedi 7-1 contro la Fiorentina), ma oggi quella di Eusebio sembra una squadra più consapevole, più logica.
Nel frattempo c’è uno Zaniolo in più, che sa dare una grossa mano da mezz’ala e da esterno alto. Nel frattempo, i vari Pellegrini e Cristante tornano a fare quello che hanno sempre fatto, i centrocampisti, uno con un po’ di qualità in più, l’altro con più agonismo, più corsa. Il 4-3-3 era diventato il problema ora sembra la soluzione. Prima erano tutti scarsi, ora si contano i soldi che potrebbero entrare in caso di cessioni dei vari gioiellini. Da Bologna al Bologna, passano i mesi ma sembrano secoli.
L’equilibrio è altrove. La Roma deve porre fine all’emorragia di punti persi (13 su 24 disponibili) con le piccole. E se è vero che la Roma che vedremo domani sarà molto diversa da quella vista a Bologna, è vero pure che la squadra emiliana sembra aver ritrovato – dopo il cambio di allenatore – una nuova strada per la salvezza.
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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