Eusebio Di Francesco

(La Repubblica – F. Bocca) C’è qualcosa che non torna a Eusebio Di Francesco, allenatore di una Roma che evidentemente non ispira una fiducia assoluta. Ed è il fatto che di fronte ad un en plein di nove punti e dieci gol segnati in tre partite da Dzeko & C, in appena una settimana, molti strizzino l’occhio e sorridano: «Sì, va bene, ma hai visto con chi avete giocato?». È successo infatti che ai tre gol fatti al Verona, e ai quattro al Benevento, se ne siano aggiunti altri tre all’Olimpico in una partita relax contro un’Udinese malconcia, alla quinta sconfitta su sei partite e con Delneri già costretto a fare discorsi tipo: «Io ho fiducia nella società e la società ha fiducia in me. È solo una questione di risultati». Sarà… Entro l’intervallo era tutto finito: gol di Dzeko (sesta rete stagionale) e altri due addirittura di El Shaarawy, ai suoi primi exploit settembrini, e anche lui rilanciato dall’allenatore della Roma. E così il tenero Eusebio, in continua lotta contro etichette e luoghi comuni, di fronte a certi sopraccigli sollevati per le tre vittorie con squadre dell’estremo fondo classifica, s’altera non poco – anche se non tanto quanto la sfuriata in campo quando la Roma negli ultimi minuti ha sbagliato un rigore e subito dopo preso gol per sufficienza dei giocatori ormai già sotto le docce con la testa – e dunque martella l’indice sul tavolo: «Io non condivido proprio questo discorso sul livello delle avversarie, vincere non è mai facile. Qui si dà tutto per scontato, ma non è così. Io le partite facili non le conosco».

Il nuovo allenatore sembra essere arrivato, al momento, a una Roma più stabile e che lo convince di più. Alisson regge bene il compito in porta, in difesa in attesa di Karsdorp ha reinserito Florenzi, il trio di centrocampo De Rossi, Nainggolan, Strootman è quello che gli dà più affidamento, e in attacco a Dzeko (poi sostituito per fargli tirare il fiato) ha affiancato stabilmente Perotti, mentre El Shaarawy sembra dare più vivacità e freschezza di Defrel. Insomma non sembra essere distantissimo da una Roma competitiva, ma certezze assolute non ce ne sono. E anzi il pacchetto di partite in arrivo, dopo le tre sul tappeto rosso in campionato, è da prova di maturità: trasferta di Champions a Baku contro il Qarabag (in verità non molto più dell’Udinese, ma sempre Champions è), Milan e Napoli in campionato, visita allo Stamford Bridge per affrontare il Chelsea di Conte. La partita della Roma non è stata perfetta, anzi, ma positiva e ha soddisfatto comunque il suo allenatore. La miglior risposta quella di El Shaarawy che ha ritrovato spunti e freschezza dei tempi migliori, la difesa ha gestito bene l’ordinaria amministrazione e respinto i pochi spunti di Lasagna e Maxi Lopez. Dopo un secondo tempo con i remi in barca il brivido per un rigore tirato da Perotti quasi in stile Zaza agli Europei, e il conseguente sbandamento e gol dell’Udinese su errore di Moreno. «Se siamo una grande squadra» ha detto Di Francesco, «quel gol alla fine non bisogna prenderlo. Bisogna continuare a vincere e spazzare giorno per giorno i dubbi». Giusto: ora gli toccherà andare fin sul Mar Caspio per dimostrarlo.



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