AS ROMA NEWS ATALANTA – Una vittoria della Roma. Un pareggio, o una sconfitta, da parte di Napoli, Milan e Udinese. Se domenica ci fosse questo incastro di risultati, visto che si affrontano le prime della classifica, per la formazione giallorossa si aprirebbero le porte del paradiso, perché Mourinho andrebbe alla sosta da primo, scrive La Gazzetta dello Sport.
Nessuno, a Trigoria, può e vuole pensarci, ma nel gruppo che da ieri può contare di nuovo su Nicola Zalewski e che oggi non vedrà la conferenza dell’allenatore, ci sono quattro giocatori per cui la partita di domani avrà un valore speciale. Bryan Cristante, Roger Ibanez, Gianluca Mancini e Leonardo Spinazzola sono i quattro ex in chiave romanista e tutti, chi più chi meno, sono legati a Bergamo e ai colori nerazzurri.
Spinazzola lì è diventato papà per la prima volta, Ibanez ha scoperto l’Italia, Mancini la vita lontano da casa e Cristante è rinato dopo esperienze non felicissime. Ecco perché battere l’Atalanta di Gasperini, tra ricordi e classifica, avrebbe per tutti loro (costati alla Roma 84.5 milioni di cui 55 direttamente ai nerazzurri) un valore speciale, ma per loro ancora di più.
Ibanez è in un momento magico. Giovedì si è riposato nel secondo tempo contro l’Helsinki, ieri mattina si è sposato in Comune con la compagna Bruna e adesso lo attende la prima convocazione con il Brasile. Al contrario dei suoi compagni, all’Atalanta non ha vissuto momenti indimenticabili, visto che ha giocato appena due partite prima di essere acquistato dalla Roma.
Discorso diverso per gli altri tre che, insieme hanno giocato in nerazzurro 169 partite: 62 Spinazzola, 59 Cristante e 48 Mancini. Per loro Gasperini è stato un allenatore molto importante, che li ha lanciati in una dimensione nuova, gli ha insegnato un tipo di allenamento che ancora oggi dà i suoi frutti ed è lo stessa cosa che, con tutte le differenze del caso, sta facendo anche Mourinho. Dei quattro, l’unico che non è sicuro di giocare domani dal primo minuto è Spinazzola, perché Zalewski è tornato ad allenarsi in gruppo e potrebbe avere spazio sulla sinistra.
In ogni caso, indipendentemente da chi giocherà dall’inizio, la Roma domani vuole provare a regalarsi una notte magica. Per prima cosa deve battere l’Atalanta: lo scorso anno ci è riuscita sia all’andata a Bergamo sia al ritorno all’Olimpico, dopo anni in cui ogni volta che c’erano di mezzo i colori nerazzurri erano dolori. Stavolta non sarà semplice, perché la squadra di Gasperini sta bene e non ha l’impegno infrasettimanale a distrarla, ma la Roma potrà contare sull’apporto e il sostegno di oltre 60mila tifosi che riempiranno tutto lo stadio per la quinta volta di fila in questa stagione.
Tra l’altro, se la combinazione di risultati andasse in porto, la Roma si ritroverebbe in testa battendo una squadra che, per molti anni, è stata considerata un modello da seguire. Non fosse altro che per la continuità della guida tecnica, oltre che per la capacità di investire senza snaturare la squadra: un anno fa era stato proprio Mourinho a sottolineare le differenze tra un gruppo con un allenatore nuovo e un altro che aveva, da tempo, lo stesso tecnico. Adesso, almeno in questo, le differenze si sono un po’ appianate, perché Mourinho e il suo gruppo sono una cosa sola.
I giocatori di lui si fidano ciecamente, a partire da quel Lorenzo Pellegrini che, un paio di anni fa, piaceva (e tanto) proprio ai bergamaschi che ci avevano fatto più di un pensiero. Una trattativa mai neppure avviata, ma per le sliding doors che a volte il destino mette davanti sarebbe stato a dir poco strano vedere Lorenzo giocare questa partita a maglie invertite.
Anche perché quella dell’Atalanta era una suggestione o poco più: a Gasperini, che faceva la Champions, sarebbe piaciuto avere un centrocampista con la corsa e il fiuto del gol come Pellegrini, considerando che il ragazzo non rinnovava il contratto con la Roma e stava vivendo un momento non semplicissimo.
E, invece, le cose si sono messe a posto, Lorenzo si è legato a vita ai suoi colori del cuore e il feeling con Mourinho ha spazzato via anche la minima incertezza. Pertanto domani sarà lui, ancora una volta, a guidare la Roma, con la speranza di provare a raggiungere la vetta della classifica. L’Atalanta è stata un sogno di una notte di mezza estate e poco altro.
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