(Il Messaggero – S. Carina) Il Torino è il presente, la Juventus il recente passato e a breve anche il futuro. Per Schick è iniziata una settimana particolare. Domani sarà titolare contro i granata per spingere la Roma ai quarti di finale di coppa Italia, dove potrebbe incontrare proprio i bianconeri (se supereranno il Genoa) prossimi avversari già sabato in campionato. Un mix temporale e di emozioni che non può lasciare indifferente un ragazzo di appena 21 anni che il 10 giugno scorso pensava di aver coronato un sogno, convinto a scegliere la Juventus dall’icona ceca Nedved, e che poi – poco più di un mese dopo (18 luglio) – lo ha visto infranto. Ci ha messo poco per rifarsi, visto che su di lui a fine estate si è scatenata un’asta che ha visto prevalere con merito la Roma. Il resto è storia nota. Inizio difficile per una ricaduta al retto femorale (16 settembre), poi quando sembrava pronto a rientrare, un problema al piede (30 ottobre) lo ha tenuto fermo altri 20 giorni. Nuovo esordio a Genova, per arrivare a due gare consecutive da titolare (Chievo e Cagliari). Con il Torino è pronto per la terza.
SCACCO A MAX – Patrik ha bisogno di giocare. E pazienza se per trovare il feeling con Dzeko ci vorrà del tempo. Che non fosse un esterno da 4-3-3, i primi a saperlo nel momento dell’acquisto erano proprio Di Francesco e Monchi. Eusebio lo ha fatto capire («Per far giocare insieme lui e Edin dovrò cambiare un po’ il mio gioco»). Il ds invece lo ha ammesso un mese fa: «Volevamo un esterno mancino per sostituire Salah. Saltato Mahrez ci siamo chiesti se fosse meglio continuare la ricerca e prenderne un altro anche se non eravamo convinti, oppure provare a acquistare Schick che non è il profilo esatto che cercavamo ma un investimento per il club. Rinunciarvi per mere questioni tattiche sarebbe stato un errore». Aspettando la formula giusta per farlo convivere con Dzeko (4-3-1-2, 4-2-3-1 o 4-3-2-1), domani sera il ceco può essere schierato nel suo ruolo, quello di centravanti, al posto dell’ex City. E sabato, in campionato, pur partendo dalla panchina, potrebbe essere la mossa in corsa per mettere sotto scacco Allegri che ogni volta che parla di lui, lo fa con toni entusiastici: «In campo è un ragazzo che fa cose non normali». Per una volta Patrik si accontenterebbe di una cosa semplice, segnare. In campionato è a secco dal 29 aprile (è andato poi a segno una volta con l’Under 21 ai campionati europei). Indovinate chi era l’avversario? Sì, proprio il Torino di Mihailovic, l’avversario di domani. Una rete bellissima, propiziata da un passaggio di Linetty al limite dell’area. Patrik non prende nemmeno la mira. Il piede sembra telecomandato: piatto di sinistro e palla a giro sotto l’incrocio. Sinora nei 221 minuti disputati ha giocato centravanti soltanto per un’ora col Chievo. Poi, contro Verona, Genoa, Spal e Cagliari è sempre partito largo a destra, finendo però con l’accentrarsi. Anche quando Eusebio ha optato per il 4-2-3-1, provandolo trequartista dietro il bosniaco, Schick ha trasformato il modulo in una sorta di 4-2-4, scivolando velocemente al fianco di Dzeko. Contro i granata, l’area avversaria torna a sua completa disposizione. La Roma giocherà infatti con due esterni offensivi di ruolo(El Shaarawy a sinistra e Under a destra) che dovranno aiutarlo a finalizzare. Fino ad adesso Patrik lo ha fatto 4 volte: due colpi di testa contro la Spal di poco a lato, il colpo di tacco più il tiro da fuori area (deviato da Gamberini) parati da un Sorrentino in versione Garella contro il Chievo. Quattro occasioni create in poco più di due gare, non poco. Otto tiri complessivi di cui tre nello specchio della porta. Numeri che fanno ben sperare.
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