CALCIOMERCATO AS ROMA HUMMELS – Se lo scorso anno José Mourinho avesse avuto Hermoso e Hummels in difesa, forse l’epilogo sarebbe stato differente. Lui la sua linea difensiva la immaginava così, con calciatori di carattere, fisicità, autorevolezza ed esperienza, capaci di affrontare tutte le situazioni e sostenere la pressione di un allenatore esigente fino allo sfinimento, scrive Il Messaggero.

Ieri è arrivato il tedesco (vestirà la maglia numero 15), ultimo rinforzo per De Rossi cercato sin dall’inizio dell’estate (se ne parlava anche a giugno) e poi sfumato per colpa di Smalling che ha provato a rimandare il suo sbarco in Arabia Saudita. Solo il fatto di essersi rimesso in gioco a 35 anni, l’anno dopo aver sfiorato la Champions a Wembley contro il Real Madrid diventando il miglior difensore della competizione, traccia la dimensione delle sue qualità.

Una statistica su tutte lo definisce: è stato il difensore con più passaggi di rottura (133) della linea avversaria nella scorsa Champions. Cosa significa? Che è in grado di impostare “rompendo” una linea avversaria e creando un’opportunità offensiva. Per riuscirci il passaggio deve essere necessariamente rapido e preciso così da favorire un contropiede.

Qualità che nessun difensore della Roma aveva fino al suo arrivo. Lui con Hermoso, che lo scorso anno è stato primo in Liga per cambi di gioco e tra i migliori per passaggi progressivi, dovranno essere linfa vitale per la Roma.

Entrambi hanno trascorso l’estate allenandosi con preparatori atletici personali, non hanno partecipato all’Europeo, né giocato partite amichevoli. De Rossi nei prossimi 9 giorni prima della partita contro il Genoa, li sottoporrà a test atletici per conoscere i loro valori fisici effettivi. E da lì partirà con il programma di rigenerazione.

Si aggiungono al pacchetto Mancini e Ndicka, così da dare al tecnico la possibilità di giocare con più sicurezza con la difesa a tre, proporre quella a tre e mezzo o confermare la linea a quattro. Avere più opportunità dovrebbe diminuire il pericolo infortuni. Il pensiero va a Mancini che lo scorso anno ha rischiato un lungo infortunio per via della pubalgia. Ha saltato solo un paio di gare e si è curato durante le soste per le nazionali, ma nonostante i dolori è stato uno tra i calciatori più impiegati nella Roma. Un mastino che si è trasformato dopo la cura Mourinho: ha imparato a difendere, senza incassare troppe ammonizioni.

Così come Ndicka che ci ha messo un mese a entrare nelle grazie di José. Sarebbe dovuto rimanere in panchina ed essere integrato con il tempo al posto di Smalling. Piani rovinati dall’inglese vittima di un infortunio al ginocchio che ha accelerato il processo. Ora è uno dei migliori centrali della Serie A.

Vederne giocare tre su quattro è una delle tante possibilità che ha Daniele, un ulteriore indizio che farebbe pensare a un cambio di modulo è la richiesta di un quinto centrale (Manolas) poi sfumato dopo un colloquio a Trigoria tra tecnico e dirigenti. Evidentemente, non era lui l’uomo giusto che avrebbe potuto alternarsi con continuità.

Daniele promuoverà Nardin, giovanissimo classe 2007 che andrà a completare il pacchetto arretrato finendo in lista Uefa. Un enorme passo in avanti per un calciatore che fino alla scorsa stagione giocava nell’Under 17. Per lui allenarsi con quattro difensori, che hanno nelle gambe quasi 1500 presenze, sarà un’opportunità di crescita.



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