Roma-Sassuolo 3-4

AS ROMA NEWS SASSUOLO – L’ennesimo psicodramma romanista. A meno di tre settimane dalla sconfitta di Cremona. Questa volta senza che ci sia Serra a fare da scudo alle lacune di una rosa stanca e nervosa. Ma mettendo in scena lo spettacolo sul palcoscenico dell’Olimpico – al 27esimo sold out – pronto fin dal calcio d’inizio ad una battaglia vocale contro il nemico arbitrale, scrive La Repubblica.

Prima acclamando lo squalificato Mourinho, poi offrendo una panolada in stile spagnolo. Con diversi striscioni a fare da corollario alla lotta personale dello Special One, diventata ragione di stato giallorossa. “Più colpite, più combatteremo. In campo 11 Mourinho”, recitava uno dei drappi in Tribuna Tevere.

Che i giocatori hanno preso alla lettera. Scendendo in campo nervosi e creando polemiche con l’arbitro Fabbri fin dal calcio d’inizio. Il preambolo della disfatta tecnica. Soprattutto della difesa, il fiore all’occhiello del 2023 romanista allo Stadio Olimpico. Da zero a quattro in 90 minuti. Come sbugiardare la statistica dei gol subiti in Serie A nel nuovo anno con una sola partita. E cancellare quanto di buono fatto in un’intera stagione, visto che fino a ieri erano stati solo 5 i gol subiti in casa.

Un’avvisaglia negativa che era arrivata dopo 8’ con l’ammonizione di Smalling – capitano per una sera. Se il baluardo trema il resto non potrà che essere peggio. Detto, fatto. In 18’ minuti Laurientè ha tagliato in due il lato destro giallorosso. Ridicolizzando Zalewski e Ibanez, spostato per l’occasione dal lato opposto rispetto al solito. Con il senno di poi una scelta scellerata di Mourinho, più preoccupato di preservare Mancini – 90’ in panchina – dalla diffida in vista del derby. Inserendo Kumbulla al suo posto. Che organizzare una difesa compatta e organizzata contro il tridente del Sassuolo.

E Dionisi non se l’è fatto ripetere due volte, con il trio di sicari Laurienté, Pinamonti e Berardi. Il capitano neroverde che si è reso protagonista del rigore, dopo il calcione di Kumbulla. Un gesto che ha portato al cartellino rosso. Un’espulsione scellerata che ha cambiato il volto della gara quando sembrava riaperta. Ma partita da uno stato nervoso generale ai limiti della schizofrenia, figlio della settimana di tensione creata ad arte da Mourinho. Tra manette social e un senso di accerchiamento passato quasi per osmosi ai calciatori.

Un’asticella nervosa tenuta altissima da chi fa della lotta e delle polemiche la cifra stilistica. Diventato arma a doppio taglio di una rosa stanca, consumata dalle tre partite a settimana e falcidiata da troppi infortuni tutti assieme. Servirà silenzio (stampa) e lavoro nella settimana prima della pausa, tra Real Sociedad e derby. Unica nota positiva? La prima rete di Wijnaldum in serie A.



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