Sette facce nuove in difesa, un reparto XL, un contingente rigenerato. La difesa della Roma – e non da quest’anno – assomiglia all’area transiti di un aeroporto più che a un’area di rigore: tutti o quasi in attesa di rimettersi in viaggio. Ma in questo caso, dopo un preciso input di Pallotta, Sabatini (con Baldini…) ha davvero stravolto l’organico prendendo impegni importanti a lunga scadenza: l’estate prossima, pronti via, la Roma dovrà pagare almeno 30 milioni per riscattare i giocatori che quest’anno sono stati formalmente tesserati in prestito per esigenze di bilancio.

IMPORT/EXPORT Dalla rosa 2015/16 sono stati allontanati per ragioni diverse De Sanctis, Maicon, Torosidis (ufficiale ieri al Bologna), Zukanovic, Gyomber e Digne. Sono invece entrati Alisson, Bruno Peres, Mario Rui, Vermaelen, Fazio, Juan Jesus e Seck. Sei partenze, sette arrivi. La continuità è rappresentata dai soli Szczesny, che peraltro è in prestito secco, Manolas, rimasto tra mille turbolenze al suo posto, e Rüdiger, che la Roma stava trattando con il Chelsea prima dello sciagurato allenamento con la Germania costato la rottura di un ginocchio. Se lo scorso anno il quartetto di titolari era stato Florenzi-Manolas-Rüdiger-Digne, la linea difensiva attuale a ranghi completi potrebbe essere composta da Bruno Peres-Manolas-Vermaelen-Mario Rui.

IMPEGNI Proprio Mario Rui, acquistato dall’Empoli in tempo per il ritiro di Pinzolo, è costato complessivamente 9 milioni. E’ presto per capire se saprà rendere più di Digne, anche a causa del grave infortunio, ma di sicuro è stato pagato quasi la metà: se riscattato, Digne sarebbe stato pagato 16,5 milioni come da accordi stipulati nell’agosto 2015 con il Psg. Solo che Digne era stato ingaggiato in prestito con diritto di riscatto mentre per Mario Rui esiste l’obbligo di acquisto a fine stagione: 3 milioni subito, altri 6 tra un anno.

ALL IN La sensazione è che la Roma abbia cercato di muoversi con lucida ambizione nel tentativo di presentarsi in buone condizioni al playoff di Champions League. Ma adesso, con la retrocessione nell’Europa di riserva, certi contratti in prospettiva costituiscono un peso significativo per il bilancio: Juan Jesus costerà 8 milioni, Fazio 3,2, Bruno Peres addirittura 12,5 (bonus esclusi). Il totale, Mario Rui incluso, fa appunto 29,7 milioni, guarda caso il differenziale di introiti stimato tra la partecipazione ai gironi di Champions e a quelli di Euroleague.

LIBERTA’ Sottoposta allo screening perpetuo dell’Uefa nel rispetto del fair play finanziario, la Roma farà bene a tornarci in fretta, in Champions League. In quel caso, magari, potrà pure permettersi il riscatto di Thomas Vermaelen, che il Barcellona ha concesso in prestito gratuito con eventuale acquisto fissato a 10 milioni. Altrimenti si troverà nella scomoda condizione, già vissuta all’inizio di quest’estate, di rinunciare a un giocatore importante per far quadrare i conti. Del resto anche lo scorso anno Sabatini aveva preso in prestito giocatori come Rüdiger ed El Shaarawy e poi li ha riscattati per complessivi 24 milioni, a cui si sono aggiunti i 5 per la coppia di giovani Sadiq-Nura e gli 1,5 milioni per Gyomber, poi girato in prestito gratuito al Pescara: più o meno siamo sulle stesse cifre di oggi.

INSTABILITA’ Chissà se adesso, dopo la solita rivoluzione, la difesa riuscirà a formare un blocco capace di durare nel tempo. Di sicuro la Roma è convinta di non aver mai sbagliato valutazione nelle cessioni dei difensori. «Ogni volta che è andato via un calciatore ne abbiamo preso uno almeno altrettanto forte» ricordano spesso a Trigoria, riferendosi alla partenza di Marquinhos compensata dall’arrivo di Benatia e dal successivo commiato di Benatia compensato dall’acquisto di Manolas. Anche per l’eventuale addio di Manolas la Roma aveva preparato un piano di sostituzione ritenuto adeguato: Sabatini aveva contattao Ezequiel Garay, centrale argentino che Spalletti aveva sfiorato allo Zenit.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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