È la notte più attesa, come ha ricordato Spalletti alla vigilia. Il ritorno del playoff contro il Porto, stasera all’Olimpico (ore 20,45), diventa lo snodo cruciale nella stagione della Roma. Che, scontatamente, può avere solo vantaggi dalla partecipazione alla fase a gironi della Champions League: 30 milioni abbondanti, più gli incassi al botteghino e i bonus per i risultati, sono considerati vitali dalla proprietà Usa per mettersi in regola con il Financial Fair Play e, se ci sarà la possibilità da qui al 31 agosto, per togliersi ancora qualche sfizio sul mercato. L’aspetto economico ha sicuramente la priorità, ma anche quello sportivo non va sottovalutato. Entrare per il terzo anno di fila tra i migliori 32 club d’Europa dà forza al marchio giallorosso e fa lievitare il prestigio della società di Pallotta.

TREND POSITIVO – Garcia è stato capace di ottenere la qualificazione diretta nelle sue prime due annate. Spalletti, entrato in scena al posto del francese a metà gennaio e uscito dalla competizione agli ottavi di Champions contro il Real che poi a maggio ha alzato l’Undecima a San Siro, ha permesso alla Roma, arrivando al terzo posto in campionato dietro la Juve e il Napoli, di giocarsi comunque questa grande chance. Il playoff contro il Porto, per lui, è di fatto il primo vero esame della sua seconda avventura sulla panchina giallorossa. La promozione alla fase a gironi sarebbe il frutto della rimonta, pure se non completa (battuto il Napoli, non è poi riuscito a superarlo in classifica), nell’ultimo torneo. E anche la conferma che il gioco propositivo, svelato brillantemente già nella sua prima esperienza nella capitale, consente alla squadra di essere protagonista in Italia e in Europa. Di recitare, insomma, da big. E l’ultimo e abbondante successo, sabato all’Olimpico contro l’Udinese per il debutto in campionato, ha certamente aiutato l’allenatore nella preparazione del match di questa sera. Fisicamente e psicologicamente il gruppo ha dato garanzie.

ROTTA TRACCIATA – La Roma, per la prima volta nella sua storia, si è ritrovata in lista d’attesa, chiamata a giocarsi la qualificazione passando dai preliminari. Ma, mercoledì scorso all’Estadio do Dragao, ha subito prenotato l’accesso alla nuova edizione della Champions. L’1 a 1 di Oporto, giocando più di 50 minuti in inferiorità numerica, ha reso più agevole il percorso dei giallorossi. Che, come qualità, sono superiori agli interpreti della squadra di Espirito Santo che è pericolosa solo per la velocità di alcuni giocatori offensivi. Questo, però, non sta a significare che l’obiettivo della serata sia lo 0 a 0, cioè il punteggio che certificherebbe la promozione. Anche se il più recente 0 a 0, il 9 dicembre del 2015 contro il Bate Borisov, permise a Garcia di andare agli ottavi, bisogna ricordare che la gara contro la formazione bielorussa, nelle ultime 31 gare continentali (Europa League e Champions), è anche l’unica in cui la Roma non ha subito gol (nelle altre 30 ne ha presi 66, più di 2 a match). Meglio, dunque, fare la partita. Come all’andata e come contro l’Udinese. Senza stravolgere l’identità di squadra che, già nella stagione scorsa, ha portato risultati e gol.

POCA SCELTA – L’Olimpico si riempirà solo a metà (previsti al massimo 35.000 spettatori). Ma Spalletti, pur partendo dal pari prezioso di Oporto, sa di dover soprattutto fronteggiare l’emergenza in difesa: oltre ai convalescenti Ruediger e Mario Rui, ha perso, dopo la partita d’andata, anche Florenzi (infortunato) e Vermaelen (squalificato). Senza nemmeno Seck, il terzino mancino escluso dalla lista Uefa, ha gli uomini contati. Peres esordirà anche in Europa e con lui saranno di sicuro titolari Manolas, recuperato in extremis, e Juan Jesus che torna titolare. L’unico ballottaggio è tra Emerson, pronto per giocare ancora a sinistra, e Fazio, utilizzabile solo da centrale e quindi con il conseguente spostamento di Juan Jesus sulla fascia. Rientra De Rossi per Paredes. Perotti è la terza novità (con Fazio diventerebbero 4), nella formazione di partenza, rispetto a sabato: l’escluso sarebbe El Shaarawy. Szczesny, contro l’Udinese, si è ripreso il posto. Ma Alisson spera ancora di essere almeno il portiere di coppa.

(Il Messaggero – U. Trani)



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