Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – Il silenzio che precede l’inizio della seduta pomeridiana, è rotto soltanto dal rumore degli idranti che a turno bagnano porzioni del campo Testaccio, scrive Il MessaggeroMourinho effettua un sopralluogo con una ventina di minuti d’anticipo.

Controlla che tutto sia a posto, dalle sagome ai conetti. Uno sguardo fugace a Nuno Santos che prepara il riscaldamento per i portieri e poi José raggiunge il vice Sacramento che con i match analyst Salzarulo e Cerra sta scegliendo il filmato da mostrare alla squadra. L’attenzione si concentra sulla posizione dei due mediani nel 4-2-3-1.

Ed è proprio questo l’argomento che fa da prologo all’allenamento. Il gruppo scende in campo alle 17.34 dopo mezz’ora di palestra. Mentre Mou parla, dietro di lui appare un video. I due centrocampisti evidenziati con altrettanti circoletti si muovono alternati: quando uno sale e si sgancia in avanti, l’altro deve effettuare un movimento contrario ad andare a coprire lo spazio all’indietro. José gesticola, parla, chiede e riceve attenzione. È arrivato il momento di mettersi in moto.

La parola d’ordine è intensità. Si inizia con un torello ad un tocco che vede 3 gruppi composti da 5 elementi ed uno da 4 alternarsi a seconda del calciatore al quale viene intercettato il pallone (costretto a cambiare raggruppamento). Poi la rosa è divisa in due squadre: arancioni e rossi. A coppie, due giocatori partono a tutta velocità e s’incrociano poco prima di entrare in area, ricevendo a turno i cross di Veretout (che in precedenza aveva lavorato a parte con Lalin) e Feratovic da un lato ed El Shaarawy e Ciervo dall’altro.

Il preparatore Rapetti urla: «Ragazzi va fatto a mille all’ora». Messaggio recepito. Mou osserva e quando è il turno di Dzeko (in coppia con Mkhitaryan) è un susseguirsi di incitamenti: «Dai Edin, Forza Edin, Vai Edin…». A Fuzato (molto reattivo) in una porta e Cardinali (che si alterna con Mastrantonio) nell’altra, il compito di non far segnare le due squadre.

Carles Peres è tra i più brillanti: apprezzabili due gol al volo. Alla fine vincono i rossi. Pellegrini scherza: «Grazie arancioni, ci si rivede alla prossima». Arriva il momento di spostarsi nella metà campo di destra. A sinistra rimangono Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan che provano sino alla noia una risalita palla al piede. Sempre gli stessi tre-quattro movimenti per il trio che comporrà il tridente titolare del 4-2-3-1.

Mou intanto ha organizzato una partita 8 contro 8 che vede tre jolly col fratino viola giocare a turno con la squadra che attacca. I tre, compongono di fatto il trio offensivo del 4-2-3-1. Così facendo si trasforma in un esercizio che vede l’attacco (11) confrontarsi con la difesa (8). Inizialmente tocca a Perez, Villar e El Shaarawy, poi sostituiti da Lorenzo, Nicolò e l’armeno. Si va avanti sino alle 18.15. Per Mou può bastare così. Ora si attende novità dal mercato, consapevole che le cessioni di Kluivert (Nizza) e Olsen (Lille) saranno la chiave per arrivare a Xhaka, pronto a rinunciare a dei premi pur di arrivare.



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