Tammy Abraham

AS ROMA NEWS BODO/GLIMT ABRAHAM – Fiocchi di parole dalle soglie del Circolo Polare Artico. Se dovessimo lasciarci guidare dal meteo che ha accolto ieri la Roma, e che stasera ospiterà la partita con una temperatura intorno ai -6, la definizione più giusta per Tammy Abraham potrebbe essere: il rompighiaccio, scrive La Gazzetta dello Sport.

Toccherà innanzitutto a lui proiettare i giallorossi al di là della forza dei ricorsi storici. Infatti, l’ultima volta che la Roma giocò nel girone e poi nelle eliminazioni dirette contro la stessa squadra, non andò bene. Tre sconfitte, un pari e poi tutti a casa. Ma piano con i paragoni, perché la stagione era il 2007-2008 e l’avversario era il Manchester United. Con tutto il rispetto, il Bodo sembra un gatto paragonato a un leone.

Eppure poter contare sul capocannoniere della Conference è un punto di forza per la banda di José Mourinho, che ha visto l’attaccate inglese andare in gol già 7 volte in questa coppa. E se è vero che la storia racconta come a volte siamo nani sulle spalle di giganti, sarà utile ricordare che, segnando una sola rete, Abraham aggancerebbe Volk in vetta nella graduatoria dei migliori marcatori al primo anno in giallorosso. Il fiumano realizzò 24 centri, il londinese 23: quanto basta per incrociare le dita.

Altro motivo per incrociare le dita, oltre al meteo, è anche il fatto che si giocherà sul sintetico. Per i calciatori abituati alla tradizione, non proprio il massimo sul fronte delle sollecitazioni muscolari e articolari (ed infatti si sta riflettendo se utilizzare Smalling o meno). Ma Mourinho – che non avrà Veretout e l’infortunato Zaniolo (pronto al rientro domenica) – non può permettersi timori. Giocano i migliori, con cambi in corsa per mantenere alto il livello.

In questo senso, nonostante il fastidio alla spalla che lo ha portato a fare una ecografia a Villa Stuart due giorni fa, Abraham stringerà i denti. D’altronde il suo programma “di vita” in qualche modo lo ha già tracciato nell’intervista a “TalkSport”: «Fa piacere vedere il mio nome accostato a grandi squadre. Sono un ragazzo di Londra e forse un giorno tornerò a giocare in Premier League, ma ora sono focalizzato sulla Roma. Voglio vincere quel trofeo che al club manca da tanti anni».

Le perplessità sul suo conto sono evaporate a suon di gol, e così l’attaccante può godersi anche le carezze virtuali che non gli fa mancare il c.t. inglese Southgate. «Mi segue e mi ha fatto i complimenti», ha rivelato. Cose che fanno piacere, certo, anche se ciò che conta è il tirar delle somme. Ovvero: essere nella lista dei 23 «leoni» che andranno al Mondiale. E sarà più facile arrivarci alzando la coppa della Conference a Tirana, in una notte di maggio che tutta la Roma già pregusta.



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