Come escono Roma e Lazio dal calciomercato che si è chiuso mercoledì sera senza «botti finali»? Ogni opinione è valida, così come ogni commento dei diretti interessati. È impresa ardua, però, dire che la Roma si sia rafforzata rispetto all’anno scorso, mentre la Lazio ha finanziato la campagna acquisti più costosa della gestione Lotito con la cessione di Antonio Candreva all’Inter. In estrema sintesi si può dire che il Financial Fair Play abbia «fatto» il mercato della Roma – anche se il presidente James Pallotta ha detto che sarà l’ultimo esercizio influenzato così profondamente dal FFP – e che la Lazio abbia lavorato con la cessione di un solo big, reinvestendo in una serie di acquisti per rafforzare tutti i settori. Quanto lo dirà, come sempre, il campo. Due analisi di Calcio e Finanza permettono un interessante focus sulle strategie delle due squadre capitoline.
La Roma esce da un mercato povero di soddisfazioni per i tifosi con un beneficio contabile che supera i 50 milioni di euro (Calcio e Finanza non inserisce Gerson tra i nuovi acquisti, come fa invece la Gazzetta dello Sport. In questo caso il «segno +» cala di 16 milioni ma resta ampiamente in attivo). La Roma ha scelto ancora una volta la strada dei prestiti (spesso con obbligo di riscatto), rinviando alla prossima stagione alcune spese. È una tattica che permette di tenere alta la competitività della squadra, ma che fa partire con un handicap in quella successiva quando si deve spendere per mantenere il livello e non per alzarlo. Sono arrivati in prestito Mario Rui (3 milioni), Juan Jesus (2), Fazio (1,2), Vermaelen (gratuito), Szczesny (1) e Bruno Peres (1). Come scrive Calcio e Finanza «il saldo tra entrate e uscite dice +13, ma è un valore poco indicativo ai fini contabili. La Roma ha venduto Pjanic alla Juve per 32 milioni di euro, Ljajic al Torino per 9, Sanabria al Betis per 7,5 e Politano al Sassuolo per 3,5 milioni di euro. Ma sono molti i calciatori andati via in prestito o per la scadenza del contratto e l’impatto sull’esercizio in corso del mercato in uscita è positivo per 87 milioni di euro. Tutto grazie alle plusvalenze e agli ingaggi risparmiati, con in testa quelli di Pjanic (6,4), Castan (5,2), Maicon e De Sanctis (3), Torosidis (2,6), Iago Falque (2,4) e Vainqueur (1,6). Una Roma più «leggera», ma con una rosa striminzita.
Tanto che ha presentato una lista di 22 giocatori, anziché 25, per affrontare l’Europa League. Lotito ha finanziato la campagna acquisti (Immobile 8,5; Wallace 8, Bastos 6,5; Jordan Lukaku 5; Luis Alberto 5; Leitner 2) con una sola grande cessione: quella di Antonio Candreva. Come spiega Calcio e Finanza «i 22 milioni spesi dall’Inter avranno un impatto positivo sui conti biancocelesti per 24, grazie alla plusvalenza di 19,7 milioni, al milione dell’ammortamento risparmiato e ai 3,6 milioni di ingaggio risparmiato. In sostanza, da sola la cessione dell’esterno della nazionale ha finanziato tutti i colpi in entrata». Anche la Lazio ha provato a risparmiare sul monte ingaggi. Oltre ai 3,6 milioni del contratto di Candreva si è «alleggerita» degli ingaggi di Klose (4), Mauri (1,6), Bisevac (300mila), Braahfeid (1,8) e Konko (2). È vero che Ciro Immobile ha avuto un contrato da top player (4 milioni a stagione), ma nella scacchiera di Inzaghi ha un ruolo decisivo. Le ambizioni di Roma e Lazio, adesso, dovranno passare dal campo. La Roma ha già perso la Champions League e questo ha avuto subito un riscontro sul mercato.
(Corriere della Sera – L. Valdiserri)
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