AS ROMA NEWS ZALEWSKI – Mourinho ha cominciato a vincere la sua scommessa non dopo una buona partita, ma dopo una brutta, con tante difficoltà e voti bassi in pagella. Nicola Zalewski, da esterno nel centrocampo a 5, in Udinese-Roma (1-1) era andato in crisi contro Molina e Deulofeu, schierato in posizione troppo «bassa» e poco aiutato da Zaniolo in fase difensiva, scrive il Corriere della Sera. Alla prima occasione, però, lo Special One ha difeso Zalewski e attaccato i critici: «Un allenatore di m… sarebbe collassato sotto i giudizi e il bambino non avrebbe più giocato».
Il bambino Zalewski, invece, ha continuato a giocare e adesso è un punto fermo della squadra titolare. Un lavoro costruito passo dopo passo. A gennaio erano arrivate alla Roma alcune richieste per averlo in prestito, ma Mourinho si è opposto. Nel 2021 l’italo-polacco aveva giocato assai poco: 40 minuti tra Serie A (16), e Conference League (24).
Lo Special One, però, lo aveva visto lavorare bene in allenamento e nel 2022 è cambiato tutto. Zalewski, sulla fascia sinistra, ha scavalcato Vina e El Shaarawy, giocando 814 minuti (577 in campionato, 232 in Conference League e 5 in Coppa Italia). E, soprattutto, giocando bene.
Zalewski ha saputo usare nel modo migliore anche il palcoscenico internazionale. I due assist in fotocopia serviti a Zaniolo (il 3-0 contro il Bodo) e Pellegrini (l’1-0 contro il Leicester) hanno fatto lievitare il suo valore di mercato anche in Europa. Se pochi mesi fa poteva valere un paio di milioni, adesso il suo valore è decuplicato. Ma la Roma non pensa a una cessione, nemmeno con il prossimo rientro in campo di Spinazzola.
L’unico «problema» di Zalewski è che può usarlo la Polonia e non l’Italia. «Mi sento polacco al 100%» ha detto dopo la partita contro il Leicester. Un senso di appartenenza che per lui è il trait d’union con il padre scomparso. Ma sul suo «romanismo» giura Zbigniew Boniek, che ha parlato a Centro Suono Sport: «Nicola è nato in Italia da giocatori polacchi e lui dentro è polacco. Poi potrebbe giocare anche per la Nazionale italiana ma perché toccare questo tasto? Detto questo, è il più romanista di tutti e lo dico perché lo conosco. È strafelice di stare qui. Ha tecnica, è veloce e potrebbe giocare anche più avanti. Gli piacerebbe essere più partecipe a qualsiasi azione, per questo però deve crescere. Trequartista? Sì, ma anche come numero 8, perché ha fatto passi in avanti nel recupero della palla».
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