AS ROMA NEWS FRANCO SENSI ROSELLA SENSI – A 15 anni dalla scomparsa di Franco Sensi, il 17 agosto 2008, la figlia Rosella ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole:
Suo padre vince lo scudetto, costruisce una grande Roma, poi si ammala, le cede il comando: si ricorda l’ultima cosa che le ha detto?
«Mi ricordo che era in terapia intensiva al Gemelli e anche se aveva un filo di voce voleva sapere tutto. Mi chiedeva tutto. E pochi giorni prima erano andati Torti e Montella a trovarlo: aveva chiesto tutto anche a loro».
Per lei quei giorni furono indimenticabili.
«Già, stavo perdendo mio padre e il giorno prima, il 16 agosto, avevo scoperto di aspettare la mia prima figlia. La vita ti sorprende sempre».
Quando hai preso il comando avevi poco più di 30 anni. Una donna, in un mondo maschilista. Non è stato facile.
«No, ma è stato anche bello. Incinta, con la scorta, non sono stati momenti semplici. Lo ammetto. Ma mi dispiace che spesso si ricordino solo quelli, la Roma per me è stato tanto altro. La quotazione in Borsa, le due coppe Italia, la Supercoppa a Milano, i campionati in cui avremmo meritato di più, le grandi notti europee… Ci siamo anche divertiti, divertiti molto. E abbiamo vinto».
Il giocatore preferito di suo padre?
«Francesco da questo discorso lo togliamo. Tutti quelli dello scudetto, ma anche De Rossi, Perrotta, ho paura di fare un torto a qualcuno».
Anche perché fino a Mourinho e ai Friacikin non sono arrivati altri trofei.
«Cronaca».
E lei per anni non è andata allo stadio.
«Diciamo che ho preso un periodo sabbatico. Ci sono tornata grazie a questa proprietà che mi ha invitato, così come mi ha invitato a Tirana e Budapest. Da parte mia solo grazie, la Roma vista dal vivo mi mancava».
Nella Roma è tornata una Ceo donna, Lina Souloukou.
«Sono molto, molto contenta. Quando ci sono figure apicali importanti al femminile le seguo sempre con interesse. È una tosta, è difficile quando sei in un mondo così, ancora prettamente maschile, affermarti. Il merito è importante, più del genere».
La Roma che sta nascendo le piace?
«Lasciamoli lavorare. C’è Mourinho: una garanzia».
A distanza di anni ‘c’è chi mette in dubbio ancora che ci fossero offerte folli per De Rossi a cui lei ha resistito.
«170 milioni del Chelsea erano veri: mai voluto vendere Daniele. Mai».
Aquilani si.
«Questioni di bilancio, sacrifici di bilancio. Purtroppo. Ma con Alberto ci sentiamo con affetto».
Ripensa mai alle contestazioni nei suoi confronti?
«Sono il passato. Per ogni romanista la Roma è dna, è parte della vita, va bene così».
La cosa che le manca di più di suo padre?
«Papà e mamma mi mancano ogni giorno. Mi consola saperli insieme».
Le piacerebbe che, nel nuovo stadio della Roma, ci fosse qualcosa in ricordo di Franco Sensi?
«Mi piacerebbe che fosse ricordato, lo devo ammettere. Per quello che ha dato alla Roma, al calcio e allo sport italiano in generale. E anche alla nostra città. Spero succeda presto, sinceramente».
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