Henrikh Mkhitaryan

AS ROMA NEWS RUI PATRICIO SMALLING MKHITARYAN – Chi avrebbe il coraggio di smentire Oriana Fallaci? Scriveva la giornalista che «sono stupendi i trent’anni, perché sono liberi, ribelli, perché è finita l’angoscia dell’attesa e non è incominciata la malinconia del declino». Nessuna sorpresa, perciò, che alla tesi “fallaciana” possano unirsi d’ufficio tre giocatori che stanno costruendo le fortune della Roma in questa seconda parte della stagione, scrive La Gazzetta dello Sport.

La trimurti non può iscriversi alla linea verde, ma d’altronde, secondo il catechismo di José Mourinho, per essere un gruppo vincente occorre un mix fra giovani e anziani. Così Rui Patricio, Henrikh Mkhitaryan e Chris Smalling – rispettivamente 34, 33 e 32 anni – rappresentano quel gruppo di senatori, che fungono un po’ anche da pretoriani del gruppo, trasmettendo agli altri quei dettami che l’allenatore intende valorizzare. E se il portiere, da portoghese, ha una conoscenza “storica” dello Special One, l’armeno e l’inglese hanno già avuto l’onore e l’onere di essere guidati (al Manchester United) dal tecnico di Setubal.

Alzi la mano chi, davanti all’acquisto di un portiere (allora) trentatreenne per 11,5 milioni più bonus, non è rimasto perplesso, tanto più sapendo che il budget a disposizione del general manager Tiago Pinto non era certo illimitato. Invece Rui Patricio ha convinto tutti, e lo ha saputo fare pur non essendo esente da errori (d’altronde, chi non sbaglia mai?), ma fornendo in ogni caso quelle garanzie che Mourinho servono a un gruppo che a volte risente di scarsezza di concentrazione e determinazione.

Ma la Roma pensa anche al futuro, visto che ha già bloccato il possibile erede del portoghese. Si tratta di Mile Svilar, 22 anni, portiere nato ad Anversa ma di nazionalità serba, attualmente il terzo portiere del Benfica, che però a giugno lo perderà per scadenza di contratto. Una volta cresciuto all’ombra di Rui Patricio, il futuro potrebbe essere il suo. Ma senza fretta, perché, come dice Mou, «Rui è Rui».

Se il portiere portoghese, probabilmente prossimo avversario dell’Italia nello spareggio mondiale, è un totem per via della specificità del suo ruolo, c’è anche Mkhitaryan che si sta garantendo l’insostituibilità, anche se per una ragione opposta: la duttilità. L’armeno infatti, che ha cominciato la stagione agendo sulle zolle degli attaccanti e dei trequartisti, adesso ha trovato una collocazione nuova come regista atipico della Roma.

La storia è nota. È dall’estate scorsa che Mourinho cerca un “cervello” per la squadra. Dal mercato non è arrivato, così l’allenatore portoghese ha proceduto per adattamenti e in questa sorta di casting a imporsi è stato proprio Micki. «È quello che più mi ha convinto in un ruolo non suo», ha spiegato lo Special One. Una investitura forte per l’armeno, che adesso deve decidere il futuro con la dirigenza. Il suo contratto infatti è in scadenza. Gli anni e lo stipendio sono fattori importanti da prendere in considerazione, ma lo è anche l’estrema duttilità che Mkihitaryan è in grado di dare, anche se a giugno dovesse arrivare il sospirato regista.

Chi comincia in qualche modo a pensare al futuro è anche Smalling. Il suo contratto scade nel 2023, ma appare evidente che il lievitare delle prestazioni dell’inglese sia coincisa con la crescita di rendimento dell’intera squadra. Il difensore allungherebbe il contratto senza problemi e la società ci sta riflettendo. D’altronde i trentenni non sono tutti uguali. Un esempio. Rui, Micki e Chris insieme portato in dote l’esperienza fornita da 37 trofei. Perciò è anche grazie a loro che la Roma vuole tornare a essere vincente



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨