Da colonna portante a rivale. Dalla «mia vita data alla Roma» alla voglia di distruggerla sportivamente. c’è un nemico in più sulla strada di Monchi: il suo predecessore Walter Sabatini, colui che ha costruito fortune e sfortune dei primi sei anni di gestione americana, fino alla rottura definitiva con Pallotta. Ora il dirigente umbro riparte dall’Inter e promette «vendette» sul mercato.
Più precisamente, Sabatini è stato nominato coordinatore tecnico delle squadre del gruppo Suning. Al momento sono Inter e Jiangsu, presto nella galassia del colosso cinese dovrebbero entrare il Mouscron (Belgio) e il Gil Vicente (Portogallo). Un nuovo impero calcistico da gestire, il sogno che Walter aveva già provato a costruire nella Capitale, ma il suo progetto sulle squadre satellite si è arenato sul più bello. Uno dei tanti motivi che l’ha portato a smarcarsi da Pallotta. L’Inter sarà il fiore all’occhiello e gli richiederà l’impegno maggiore, tanto che Sabatini resterà un mese in Cina ma al ritorno stabilirà il suo quartier generale a Milano. Ha firmato per 18 mesi, al termine dei quali farà il punto sugli obiettivi raggiunti con la proprietà e potrà allungare il contratto di altri tre anni, facendo scattare un’opzione prevista nell’accordo siglato direttamente col gruppo Suning. «Sono un uomo molto ambizioso – ha detto nella conferenza stampa d’insediamento a Nanchino – Jiangsu e Inter devono crescere insieme. Per me non un lavoro, e una missione».
Il programma, presentato un mese fa ai cinesi con un blitz a Nanchino, prevede come primo passo l’ingaggio di Conte. Negli ultimi mesi Sabatini è stato più volte a Londra per parlare col tecnico del Chelsea. Fu lui a consigliarlo all’Arezzo nel 2006 e adesso sta provando a convincerlo a lasciare subito la Premier dopo averla vinta (mancano tre punti) per tornare in Italia alla guida dell’Inter e diventare il primo allenatore in grado di spezzare l’egemonia della Juventus. Lo stesso gli ha chiesto di fare Baldini nella Roma, ma non si e andati oltre una chiacchierata. L’Inter ha più carte da giocarsi con Conte (ad esempio uno stipendio da 14 milioni), l’alternativa si chiama Simeone, l’altra opzione… Spalletti.
Sul toscano si potrebbe quindi profilare il primo conflitto d’interessi fra Sabatini e Monchi. Lo spagnolo non ha perso le speranze di confermare Spalletti, anche se le possibilità sono ridotte. Vederlo partire in direzione Appiano sarebbe un segnale preoccupante. E a questo punto non si può escludere neppure che Monchi perda il preziosissimo braccio destro trovato a Trigoria: con Massara è nato un grande feeling sin dall’inizio, ma l’ormai vice ds ha il contratto in scadenza a giugno. La Roma dà per scontata la sua conferma, lui aspetta i fatti. E se nel frattempo Sabatini dovesse chiedergli di tornare a lavorare con lui, sarebbe difficile dirgli di no.
Anche se nel frattempo va chiarita la posizione di Ausilio, appena confermato come direttore sportivo in nerazzurro, ma chiaramente depotenziato dopo l’arrivo di Walter. Allenatori, dirigenti e giocatori. Su questo nuovo, imprevedibile asse Roma-Inter si muovono anche Manolas e Rüdiger. Fino a un paio di mesi fa sembrava fatta per il passaggio del greco a Milano, poi l’affare si e arenato. L’Inter si è buttata con forza su Rüdiger, tra conferme e smentite ieri di un suo vecchio agente e il fratello-procuratore. L’ offerta c’è, la regia di Sabatini già si vede e all’Inter vengono accostati da tempo pure Strootman e Nainggolan. Monchi è pronto a rispondere, con meno risorse a disposizione ma la voglia di combattere a suon di grandi affari e plusvalenze.
(Il Tempo – A. Austini)
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