Si scrive Mohamed ma si pronuncia sentenza: quando sorride con la maglia dell’Egitto addosso, Salah è una macchina da gol. Anche ieri nel lontanissimo Congo, a Kintelé, ha segnato e fatto segnare: rete dell’1-1 segnata di testa e poi assist al compagno Said per il sorpasso che ha consegnato alla sua nazionale una vittoria preziosa nella prima tappa di avvicinamento al Mondiale del 2018.

DIFFERENZE – Con questo, festeggiato nell’Africa nera, Salah è arrivato a 28 gol in 45 partite con l’Egitto. Media spaventosa: 0,62 reti per volta. In pratica con la sua nazionale segna due volte su tre. Niente a che vedere con il suo rendimento percentuale nella Roma: 19 gol in 52 partite, media 0,36. Nel club Salah segna una volta su tre. Un po’ dipende dalla differenza di livello delle partite, in Africa è certamente più facile emergere per un calciatore forte, ma è anche vero che lo stesso Egitto non ha lo stesso potenziale di squadra che può garantire la Roma.

AFFETTO – Salah sta al suo Paese come Totti sta a Roma, nonostante la giovane età. Più che un idolo o un’icona, è un monumento nazionale. Durante la breve tournée di maggio a Dubai, è stato letteralmente travolto dalla folta comunità egiziana presente negli Emirati Arabi e dai tanti tifosi arrivati dal Cairo per assistere all’amichevole tra la Roma e l’Al-Ahly. Ma anche per Spalletti, che nelle prime settimane di insediamento lo definì «un campioncino», sta diventando un elemento molto importante: ha sempre giocato e ha sempre giocato dall’inizio, tra campionato e Champions League. Solo che spesso le sue prestazioni sono state inferiori alle sue possibilità.

DELUSIONE – Come contro l’Inter prima della sosta, ad esempio. Salah, che la Roma ha comprato dal Chelsea per 22 milioni, non ha gradito la sostituzione, buttando via i polsini in un momento di rabbia, e si è beccato la reprimenda in mondovisione da Spalletti già sul campo. Poi l’allenatore, che da lui pretende di più che da altri, ha rincarato la dose nelle interviste: «Salah garantisce poca fase difensiva. Quindi quando non concretizza le occasioni da gol c’è un problema per la squadra che si trova sbilanciata dalla sua parte».

NOVITA’ – Qualcosa è cambiato rispetto alla primavera quando Spalletti, prima di una partita, mostrò ai giornalisti un video nel quale indicava Salah come un esempio da seguire, tra gli attaccanti, nella fase di non possesso palla. E infatti nelle prime sette partite di questo campionato, nelle quali comunque ha segnato 3 gol, lo ha sostituito tre volte (nelle ultime quattro giornate, tra l’altro) entro il minuto 70, dunque per scelta tecnica. In tutto il girone di ritorno, nella stagione passata, soltanto una volta Salah era uscito prima del minuto 80: alla penultima giornata contro il Chievo, a risultato acquisito, per permettere anche ad altri di partecipare a un pomeriggio di festa.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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