Era iniziata come peggio non poteva la serata di Stephan El Shaarawy, tra le urla di Spalletti che gli diceva cosa fare si sentivano fino in tribuna, il Chievo in vantaggio, qualche pallone perso di troppo. È finita con l’allenatore a festeggiare sotto la curva Sud e il Faraone in mezzo al campo abbracciato dai compagni.

El Shaarawy ha rimesso le cose a posto, con la terza rete in campionato (la quinta totale, Europa League compresa), e haarchiviato il digiuno più lungo da quando è a Roma (sei partite senza segnare). «Abbiamo dato risposte sotto tutti i punti di vista – dice a fine partita –, dalla cattiveria all’attenzione». Lui stesso, dopo le ultime opache prove e la bocciatura contro la Juve (Spalletti gli ha preferito Gerson, ieri in panchina per 90’), è entrato anche nell’azione del gol di Dzeko, rimediando, dopo le urla, gli applausi di Spalletti: «A volte mi è mancata la continuità, ma sono rimasto sereno. Ora vorrei riconquistare la Nazionale, mentre per quanto riguarda la Roma dobbiamo mantenere il secondo posto e avvicinarci al primo».

Sorride pure Spalletti, che tra le urla verso Stephan e quelle per Bruno Peres per più di un’ora è stato una furia: «Vittoria voluta e meritata. Il bilancio del 2016 dice che a livello di punti siamo alla pari con le big d’Europa e poco sotto anche alla Juventus, che è la più forte. Ma vorremmo avvicinarci e vedere il loro mondo. Il mio contratto non è un problema, il problema è che la Roma faccia bene e vinca partite così». Con un El Shaarawy in più, visto che Salah andrà in Coppa d’Africa: «Stephan ha giocato bene, ha segnato ed è stato determinante, anche se in alcuni momenti il lavoro sporco gli viene un po’ meno. Ma ha risposto a tutto quello che gli avevo chiesto».

(Gazzetta dello Sport)



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