«Non m’arrendo»: e in quello scatto d’ira c’è l’orgoglio ferito di chi ha scelto di crederci sempre, senza il rischio di smarrirsi nella fantasia. «Non m’arrendo»: e, senza giri di parole, persino con lo sguardo bruciante che rappresenta se stesso, c’è una storia per raccontarsi e un’immagine (simbolicamente hard) per spiegarsi. «Quando mi viene chiesto della Juventus, rispondo sempre allo stessa maniera, e praticamente usando le identiche parole. Però a Bergamo sono stato interpretato e s’è parlato d’una mia presunta resa. Mai pensato questo: perché io sono quello che è arrivato in serie A alla mia età, senza arrendersi. Mai». Non s’arrende, né ora e né mai: e però mentre con Spalletti va ad “eleggere” l’anti-Juve per eccellenza, Sarri cerca di capire cosa sia quel Napoli, dove possa arrivare.

Nel breve periodo, quale sarà il vostro ruolo?
«Dipende dalle nostre capacità di migliorarci, di diventare adulti, di maturare, di giocare in vario modo quelle che sono le partite sporche. Non è semplice dominare per novanta minuti, a volte bisogna interpretare i momenti. Solo così si diventerà una grande».

E sul lungo termine?
«Sono d’accordo con il progetto societario, sviluppato nel corso del mercato: abbiamo acquistato giocatori che magari per sei mesi ci faranno bestemmiare, ma che poi rappresenteranno una risorsa importante. Si poteva investire diversamente, prendendo calciatori costosi e però bolliti».

De Laurentiis vuole lo scudetto, ma prima d’un decennio.
«Mi devo adeguare: ho un contratto di durata più breve»

Questa è un po’ una partita-verità.
«Ma siamo soltanto all’ottava, c’è da giocare un campionato intero. Io penso che sia una gara delicata, ma per entrambi: difficile per noi, difficile per loro».

A Gabbiadini, in questa vigilia, cosa si dice?
«Nulla di diverso da quello che gli ho detto in passato. Per me non è cambiato niente, anche perché Manolo ha giocato tre volte da titolare e dunque vuol dire che in lui crediamo. Semmai, adesso devo trovare soluzioni diverse, alternative, perché nessuno può giocare ogni tre giorni per venti giorni. Magari per una settimana o due può succedere… Quando poi dovrò intervenire, e arriverà quel momento, verificheremo: Mertens e Callejon hanno la capacità di poter giocare, ognuno a modo loro, in quella posizione. Ma stavolta gioca Gabbiadini, questo posso dirlo».

Sarà uno stadio quasi pieno.
«E noi abbiamo bisogno della nostra gente. Sappiamo cosa possono darci, rappresentano per noi tutti un’autentica forza. Li vogliamo al nostro fianco e vogliamo che ci sia anche De Laurentiis con loro».

Due gare delicate in quattro giorni.
«Spalletti è un allenatore fenomenale e la sua Roma è la squadra con le migliori ripartenze. Bergamo mi ha amareggiato e vogliamo riscattarci, contro una squadra che gioca un calcio di qualità e che ha tanti campioni. La sconfitta con l’Atalanta mi ha lasciato amarezza, ma so bene che devo essere io a far coraggio ai ragazzi, in questa fase d’evoluzione. Noi abbiamo potenzialità rilevanti, dobbiamo tirarle fuori».

Ricapitolando: ma la Juventus è di un altro pianeta?
«Ho detto cose che in tanti condividono, anche molti dei giornalisti. Ma poi s’è data una lettura diversa da altre volte: questo m’ha fatto mi ha fatto girare i… perché chi passa dalla Seconda Categoria alla Champions non molla».

(Corriere dello Sport – A. Giordano)



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