Rassegna stampa
Scandalo Uefa, Italia furiosa
NOTIZIE UEFA CORONAVIRUS – Lo scontro tra Italia e Uefa è totale. E la positività al Covid-19 dello juventino Rugani aprirà un nuovo scenario. A Nyon dovranno rivedere i loro piani. Ma la sensazione è che a breve anche il resto delle nazioni, in parte qualcuna già lo ha fatto, si metteranno contro il massimo organismo calcistico europeo che vuole a tutti i costi giocare le coppe.
La scintilla che ha fatto divampare il caso è legata alle due gare degli ottavi di Europa League di Roma e Inter, inizialmente, in programma oggi. Niente da fare. Non si giocheranno. I nerazzurri non avrebbero comunque giocato visto che sono in quarantena. All’origine a era stato il blocco dei voli da e per la Spagna a creare il cortocircuito. Dopo una giornata di telefonate l’idea della Uefa sembrava essere quella di far disputare le due sfide (Inter-Getafe e Siviglia-Roma) giovedì prossimo, il 19 marzo, in campo neutro(ma da capire dove).
Ma dopo il caso Rugani tutto cambia. E poi c’è anche la Liga che con ogni probabilità oggi deciderà di fermarsi, già rinviata la finale di coppa del Re del 18 aprile. Eintracht-Basilea e Lask Linz-Manchester United, invece, si dovrebbero disputare a porte chiuse. All’orizzonte sono tanti i casi potenziali. A cominciare dal ritorno di Champions tra Barcellona e Napoli in programma mercoledì 18, il blocco dei voli è fino al 25 e dunque la situazione che si prospetta è la stessa. Al momento però su questo la Uefa non si è espressa.
Problemi ci saranno sicuro per Juve-Lione: Rugani era in panchina all’andata. Ieri si sono disputate Psg-Borussia e Liverpool-Atletico. Ha fatto molto discutere vedere Anfield Road strapieno e aperto anche agli spagnoli. Una follia mandare 3000 tifosi di Madrid, la città con più contagi in Spagna. Mentre in Premier veniva rinviata City-Arsenal per via della quarantena dei Gunners.
Il presidente Ceferin, in continuo contatto con il numero uno della Figc, Gravina, è stato molto chiaro: vuole portare avanti coppe ed Europeo. La Lega di serie A chiede di fermare le competizioni per club e spostare il torneo continentale all’anno prossimo. E conta di far ripartire il campionato entro il primo maggio per farlo finire entro il 30 giugno quando scadono contratti di diversi giocatori.
La Federcalcio appoggia la Lega sulla questione coppe ma cerca comunque un modo per far giocare lo stesso l’Europeo tanto che la soluzione dei playoff proposta è funzionale proprio a questo. Questione di soldi, stesso motivo per cui la serie A ha spinto il governo italiano a chiudere evitando così di perdere gli introiti dei diritti tv. Domani a Milano è prevista un’Assemblea che ha proprio l’emergenza coronavirus legato alla Uefa come tema principale. Ieri intanto è stato ordinato a tutti i calciatori della serie A, che non dovranno giocare le coppe, di non allenarsi.
Non solo i tornei per club ma anche l’Europeo è forte terreno di scontro. A Nyon al momento non fanno una piega. Resta la data del 12 giugno per il calcio d’inizio. In realtà la preoccupazione è tanta e si stanno studiando diversi scenari. Uno in particolare, se l’emergenza in Italia dovesse continuare per molto la Uefa è pronta a spostare le prime tre gare previste all’Olimpico di Roma in Turchia (due a Instanbul e una a Smirne). Anche se lì il problema legato alla guerra in Siria non è di poco conto.
Già per la finale di Champions 2020 ci sono grosse frizioni. Da fronteggiare c’è anche il caso legato alle Nazionali. L’Italia ha deciso che non lascerà partire i calciatori (italiani e stranieri) per gli impegni di marzo. Ne ha piena facoltà visto il decreto con scadenza 3 aprile. Due le partite dell’Italia: il 27 marzo a Wembley contro l’Inghilterra e il 31 a Stoccarda contro la Germania. Al momento sono a porte chiuse ma la sensazione è che difficilmente si giocheranno. Oggi intanto è in programma un incontro tra l’associazione europea delle Leghe e l’Uefa: anche tra i principali campionati, come proposto da principio dall’Aic e dalla Figc, si fa strada l’intenzione di chiedere a Nyon un rinvio di Euro 2020.
(Il Messaggero)
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