Roberto Scarnecchia

(Il Tempo – E. Menghi) Metti un allenatore ai fornelli. Cappello da chef e stessi ingredienti di sempre: risorse da gestire, strategie e allenamenti in vista del servizio, che dura più o meno come una partita di pallone. Roberto Scarnecchia, un passato da calciatore alla Roma (1977-82) e al Napoli (1982-83), mentre aspetta una nuova panchina in Serie D si sta dedicando alla sua seconda passione: «Calcio e cucina non sono mondi così distanti», i «cuochi» di questo big match sì. «Sarri con la sua esperienza è riuscito a trovare subito il feeling con la squadra, mentre Di Francesco – sottolinea il doppio ex – è giovane e ha una mentalità vicina a quella dei giocatori. L’autorevolezza, però, è difficile da guadagnare, soprattutto se non sei l’Ancelotti di turno con una gran carriera alle spalle. Eusebio sta attraversando un cambiamento, da autoritario ad autorevole». Come? «Dimostrando competenza. L’autorità te la dà la società, il resto te lo devi prendere da solo. Io mi sento più vicino a Di Francesco, perché Sarri non mi sembra così elastico». Gli azzurri sono già pronti, ma i giallorossi hanno un potenziale maggiore secondo Scarnecchia: «Il Napoli, a dispetto di quanto sostiene Allegri, è bello e concreto. Fa paura a tutti. Il limite sta nel fatto che ha usato tutti i suoi jolly, è troppo bello in questo momento e il campionato è lungo. La Roma non è bellissima, mi sembra solida però. La squadra più completa dell’era Pallotta. Baldissoni e Monchi hanno fatto una campagna acquisti intelligente».

Di Francesco ha una ricca fornitura di titolari: «Non ci stupiamo se Pellegrini entra e fa meglio di Strootman. Nella Juve Pjanic non ruba il posto a Khedira, si alternano: questa è la mentalità giusta. E Lorenzo può diventare straordinario, anche in chiave Nazionale, se mette qualche chilo». Diverso il mercato di De Laurentiis: «Condivido la politica di consolidare il gruppo per aumentare l’affiatamento. È stata una sfida e la stanno vincendo. L’unico rimprovero è non aver preso giocatori medi per completare la rosa: se viene il raffreddore a Mertens la vedo dura». Le due candidate anti-Juve «sono pronte per lo scudetto. I bianconeri hanno perso un po’ di motivazioni, sono concentrati sulla Champions e sono più vulnerabili in campo italiano. Poi magari non ci sarà storia in Europa e, abituati come sono a vincere, cambieranno rotta durante la marcia per assicurarsi un titolo». Nonostante lo scontro diretto si presenti come una partita da tripla, «la Roma è favorita per il fattore casa. Mi spiace si chiudano le porte ai tifosi avversari, negli anni ‘80 era come un derby. La polizia è troppo sola, 25 anni fa si parlava di fare il GASS, gruppo anti sommossa stadio, un’idea che bisognerebbe riprendere in considerazione». Nessun dubbio sull’arbitro Rocchi: «È uno dei migliori, ha già sbagliato una volta con la Roma e per le statistiche non lo rifarà».



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