AS ROMA NEWS CALCI D’ANGOLO – C’è qualcosa di vagamente somigliante tra il gol di Ibañez nell’amichevole con il Tottenham, la rete di Smalling che ha deciso il match con la Cremonese e quella di Abraham che ha permesso alla Roma di strappare un punto a Torino contro la Juve: il piede fatato che batte il calcio d’angolo (di Dybala o Pellegrini), la stessa porta e la stessa bandierina anche se di stadi diversi e l’attacco magistrale del secondo palo da parte di chi impatta il pallone. La Roma fabbrica gol a ripetizione grazie ai corner. La studiano tutti, ma nessuno riesce a trovare un rimedio efficace, scrive il Corriere dello Sport.
Nel 2021-22 furono 11 i gol da calcio d’angolo dei giallorossi. In questa stagione siamo già a quota 2, grazie alle firme degli inglesi Chris e Tammy. Il conto dei gol dalla bandierina sotto la gestione Mourinho, quindi, sale a 13. Se la prima Roma dello Special One segnava, in media, ogni 21 corner calciati, la versione 2.0 – cioè quella in campo dal 14 agosto in poi – ne realizza uno ogni 4,5 tentati.
Calcolando che in Serie A la media-angoli per squadra è di 4,6 a partita, significa che questa Roma ipoteticamente può vantarsi di cominciare ogni match già sul punteggio di 1-0 grazie alla sua capacità di sfruttare tali situazioni. Il Monza di Stroppa (ieri il tecnico ha ammesso: “la Roma è la migliore sulle palle inattive”), ospite oggi all’Olimpico, è avvisato. A Salerno Lorenzo Pellegrini e compagni sono andati due volte alla bandierina, con la Cremonese si sono presentati 6 volte trovando la vittoria proprio in una di queste circostanze e a Torino hanno chiuso con un gol su un solo tentativo.
Le palle inattive, del resto, sono la specialità della casa. Mourinho dedica tre allenamenti a settimana al perfezionamento di meccanismi e movimenti e quest’anno ha incaricato Pellegrini e Dybala di occuparsi della questione, così da avere la massima qualità nel cross. Al centro dell’area di rigore, solitamente, stazionano i tre centrali difensivi Mancini, Smalling e Ibañez (tutti abilissimi nei “terzi tempi” e negli stacchi aerei), Cristante (altro ariete specializzato), lo stantuffo Abraham e un altro calciatore a seconda della tattica e dello schema.
A Torino è stato proprio Dybala, intelligente al punto giusto da staccarsi dalla marcatura di Alex Sandro per fornire una sponda improvvisa che ha generato il pareggio. Curiosa la scelta della Roma: Matic, alto quasi 2 metri, si trovava fuori dall’area di rigore mentre la Joya, 20 cm in meno del serbo, nella zona clou. Sembra casuale, ma non lo è stato: anche il tiro da fuori – e Matic ne è dotato – poteva rappresentare in quella circostanza un’opzione succosa. Mou non trascura alcun dettaglio, solo così ha potuto costruire un’autentica fortuna.
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