(Leggo – F. Balzani) C’è una squadra tornata a volare, senatori che hanno ripreso il loro posto e giovani come Under che sono sbocciati. Poi c’è Patrik Schick, l’acquisto – in proiezione 2020 – più costoso della storia romanista. Per lui appena 5 presenze da titolare in campionato e un solo gol (col Torino in coppa Italia). Poi tanti infortuni, qualche dichiarazione fuori posto, una sintonia ancora non trovata con tecnico e compagni e i dilemmi sul ruolo. E come se non bastasse domenica ecco la bocciatura di Di Francesco: «Non è pronto, deve capire che non è arrivato. Viene dalla Samp e non dal Real». Insomma un flop totale, almeno per ora. Per la prima volta però Schick fa mea culpa e ieri in un incontro con la stampa ceca – durante il ritiro della nazionale – spiega come uscire dalla crisi: «Le cose non sono andate come immaginavo, ma io dimostrerò che sono da Roma. Anche perché davanti ho uno degli attaccanti più forti al mondo, Dzeko, e da lui imparerò tutto. Non voglio andar via». Anche perché in pochi potrebbero permettersi di pagare i 42 milioni complessivi che la Roma dovrà sborsare entro il 2020: 5 per il prestito (già sborsati), 9 per il riscatto obbligatorio (da pagare a giugno), più 8 di bonus e la terza rata da 20 milioni.
«Ho provato a non sentire la pressione, ma non è facile. A Roma è sicuramente maggiore rispetto ad altre parti. Adesso tutto dipende da me, da come mi allenerò e farò di tutto per entrare in formazione», ha spiegato l’attaccante. Di certo alla Roma queste parole faranno più piacere rispetto a quelle di qualche mese fa, quando disse di sognare club come il Real Madrid: «Non è una situazione semplice, non voglio mentire, mi manca un po’ di sicurezza in me stesso. Ma voglio dimostrare di essere da Roma. Non voglio andare da nessuna parte, abbiamo ancora un po’ di partite prima della fine della stagione, voglio dimostrare delle cose». Una mano può arrivare da Dzeko che ha ripreso a segnare e trascinare la squadra: «Non penso lui senta la concorrenza, è in un momento tale della carriera che se lo può permettere. Edin è fortissimo, imparo tanto da lui, e parla anche ceco. Prenderò qualsiasi cosa da lui perché è un attaccante di fama mondiale». Sui problemi fisici che tanto lo hanno frenato, Schick dice: «Non voglio cercare scuse, ma all’inizio ci sono stati dei problemi. Prima con il cuore, e non ho fatto la preparazione. Poi ho avuto dei problemi muscolari, dovuti forse alla troppa fretta. Avrei dovuto fare le cose più lentamente. Il mio entusiasmo era tanto, ma i muscoli non reggevano».
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