Patrik Schick

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Il Roma Lab riapre oggi e c’è da fare attenzione, perché una settimana così Eusebio Di Francesco se la sogna. Allenamenti, scuola calcio, scuola di nuova vita, Trigoria più che l’Olimpico perché di questo ha bisogno la Roma adesso: c’è tutto per costruire la miglior ripartenza possibile dopo la sconfitta con l’Inter. Fino alla prossima sosta non accadrà più. E da qui a ottobre sarà già l’ora di un mini bilancio. L’obiettivo è lì sul tavolo: far vedere una Roma con il motore il più possibile vicino al massimo dei giri. Senza giri di parole: far vedere Schick dentro un progetto tattico che può aggiustarsi in corsa.

AGGIUSTAMENTI – «Sta a me decidere dove utilizzarlo», ha detto l’allenatore dell’attaccante ceco. Per questo c’è il Roma Lab. Perché se è vero che l’allenatore, durante tutta l’estate, ha ripetuto il suo profondo feeling con il 4-3-3, è altrettanto vero che il mercato non gli ha regalato un vice Salah nel vero senso della parola, cioè un omologo per caratteristiche dell’egiziano. Schick è altro, Schick è tanto altro. E Di Francesco è pronto ad aggiustare la Roma per far spazio al ceco. Un indizio, se non un aiuto, in questo senso l’ha regalato il ritorno in campo di Florenzi con la Chapecoense. Proprio contro i brasiliani l’esterno ha giocato un po’ terzino e un po’ centrocampista: Spalletti un anno fa lo schierò così a Napoli, non a caso una delle migliori prestazioni dell’azzurro. Era il tempo del modulo «a tre e mezzo». Ecco, allora: il rientro in gruppo di Florenzi – ma un ruolo simile potrebbe giocarlo pure Karsdorp, atteso anche lui in campo con i compagni in settimana – può spingere Di Francesco a studiare una soluzione tattica che porti Schick a giocare il più possibile vicino a Dzeko.

I MOVIMENTI – A leggerla con i numeri si rischia di fare confusione, è molto più semplice immaginare una linea difensiva che spinga in avanti Florenzi (e di conseguenza Schick verso il centro) scivolando con gli altri tre elementi verso destra, tra cui lo stesso Kolarov che in alcune occasioni, con Guardiola al Manchester City, ha già avuto modo di disimpegnarsi come terzo centrale difensivo. È evidentemente uno sviluppo tattico del 4-3-3, fedele a quel «non sono un integralista» chiarito da Di Francesco prima dell’esordio in campionato. L’etichetta nasca dal parallelo con Zeman. Ma per stracciarla davvero servirebbe una prova. E Schick è una tentazione da 42 milioni di euro in mezzo alla via.

VAINQUEUR SALUTA – Tentazione che vale una riflessione. Si lavora oggi per raccogliere domani. Ma il più possibile in fretta, perché l’Inter è ferita ancora aperta. Lo sa pure Schick, in ritardo di condizione dopo un’estate passata a fare visite mediche e non certo a giocare amichevoli. Il ceco deve recuperare terreno rispetto ai compagni ed ecco perché sabato, nel giorno di riposo concesso da Di Francesco, s’è presentato a Trigoria. Da oggi si allenerà al pari dei compagni, ma per lui in aggiunta lo staff giallorosso ha pensato un programma specifico che accorci il più possibile l’attesa della Roma tutta. Attesa, seppur di natura diversa, che è finita per Vainqueur: il centrocampista è da ieri in Turchia e oggi firmerà con l’Antalyaspor. La cessione a titolo definitivo frutterà alla Roma un incasso di 500 mila euro e un risparmio d’ingaggio. Per lui niente laboratorio.



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