Patrik Schick

NOTIZIE AS ROMA SCHICK – Ma quanto ha fatto discutere quel 3 in pagella dopo Fiorentina-Roma? Ha fatto discutere perché 3 è un brutto voto e perché le pagelle fanno discutere in generale. Le pagelle sono giudizi, condivisibili o meno. Ma sempre e solo giudizi di calcio. Quel voto a Schick era una presa di posizione non contro la prestazione ma contro l’atteggiamento, che per noi era non era quello corretto: un ragazzo pieno di qualità tecniche ma in campo al Franchi con passo moscio e sonnolento. Addormentato.

La Roma a Firenze doveva vincere, in una ventina di minuti Patrik poteva dare una grossa mano, invece zero. Svogliato, inconcludente. Ma perché? Un malessere, la voglia di andare via, cattivi rapporti con l’allenatore? Tutto giustificabile, ma quando si entra in campo deve suonare la sveglia. Schick si è svegliato contro la Samp? Non lo sappiamo, ma il gol può aiutare, deve aiutarlo. Ma lui capisca che l’ambizione non deve essere giocare venticinque minuti anziché venti, tredici e non dieci: l’obiettivo è il posto di Dzeko o di chiunque ci sia dalla trequarti in su. A quello deve ambire, se ne ha la forza, il coraggio, il carattere.

Perché le doti ci sono, lo abbiamo capito. Serve il carattere, la rabbia, un pizzico di cattiveria, tutto ciò che anche un addormentato – da sveglio – può mostrare. E’ il bello dell’addormentato: l’imprevedibile. Dzeko è risorto anche grazie a Spalletti, che lo ha spinto a essere più cattivo, meno molle. E Dzeko ha parlato di Schick, lo ha invitato a tirare fuori il carattere, Jesus ha fatto lo stesso appello. Per non ricordare di Di Francesco, che ha provato a spronarlo in vari modi, anche non facendolo giocare. Reazioni per ora poche. Ieri Schick ha giocato titolare, non ha avuto tante occasioni per mettersi in mostra, però una l’ha sfruttata.

E vivaddio. Basterà? Ce lo auguriamo, lui dice di sì. E saremo pronti a dargli 7, 8, 9 quel che sarà. Questo per lui può essere un nuovo inzizio. «Il gol mi è mancato, sono felice. Se mi sblocco posso ritrovare la mia qualità. Si vede che ancora devo lavorare, mi manca la condizione, non ho giocato per tanto tempo e mi mancano minuti. Devo lavorare, certo che le opportunità arriveranno», ammette. Ecco. L’importante è che dopo il sonno ci sia sempre un risveglio. Auguri.

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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