ULTIME NOTIZIE AS ROMA SCHICK – Erano sembrati tanti, quei 26,5 milioni, perché servivano ad evitare una minusvalenza e in molti avevano abbracciato metaforicamente Rudi Voeller, vecchio cuore giallorosso che aveva scommesso su Patrik Schick al Bayer Leverkusen, scrive il Corriere della Sera.
Ma adesso che l’ex brutto anatroccolo ha segnato 4 gol in 4 partite a Euro 2021, trascinando la Repubblica Ceca ai quarti di finale contro la Danimarca dopo aver eliminato l’Olanda, il rimpianto è grande. I detrattori sono convinti che, soprattutto per questioni caratteriali, Schick non sarebbe mai riuscito a esplodere nella Roma. È possibile.
Però il valore del suo cartellino è praticamente raddoppiato con le prestazioni all’Europeo. Ha segnato una doppietta nella prima partita contro la Scozia: un gol di testa da attaccante d’area e una maradonata da metà campo, sorprendendo il portiere fuori porta, che ha fatto il giro del mondo. Si è guadagnato un rigore contro la Croazia e lo segnato con il naso sanguinante per una gomitata di Lovren.
Ha guadagnato l’espulsione di De Ligt e segnato il definitivo 2-0 nell’impresa dei cechi contro la favoritissima Olanda nell’ottavo di finale giocato a Budapest. In quattro partite ha messo in mostra tutto il campionario dell’attaccante moderno e solo Cristiano Ronaldo, che peraltro non potrà più andare oltre quota 5, ha segnato più di lui.
Schick ha sempre diviso la tifoseria. La minoranza vedeva doti tecniche da trequartista in un fisico da centravanti: serviva solo il contesto giusto per farlo crescere. La maggioranza gli ha sempre rinfacciato la mancanza di carattere. Ha sicuramente pesato la valutazione di 42 milioni spesi per strapparlo alla Sampdoria («Forse ero troppo giovane», ha detto) e gli allenatori che ha avuto lo hanno sacrificato al modulo preferito (Di Francesco) oppure non lo hanno proprio preso in considerazione (Fonseca).
Il primo, almeno, lo ha schierato titolare nella notte più bella per i tifosi giallorossi: il 3-0 in Champions League contro il Barcellona. Fonseca ha invece accettato che venisse prestato al Lipsia e non ha cambiato idea neppure dopo la buona stagione giocata da Schick in Bundesliga. Così la Roma, che adesso cerca l’erede di Dzeko, lo ha ceduto definitivamente al Bayer Leverkusen.
Chi ha sempre creduto in Schick è Dario Canovi che, oltre ad essere un valente procuratore è anche un sincero giallorosso. «Mio figlio Simone – ha raccontato in un’intervista – era andato a seguire gli Europei under 16. Vide una partita della Repubblica Ceca e mi chiamò dicendomi di aver visto un fenomeno. Andai a Praga per parlare con Paska, il procuratore del ragazzo, che avevo conosciuto ai tempi del trasferimento di Skuhravy al Genoa. Trovammo un accordo e lo accompagnai allo studio Tonucci per incontrare Sabatini. Ci disse che si sarebbe informato sul ragazzo. Ci mise poco. Mi telefonò e mi disse: lo voglio, hai il mandato della Roma. Così sono partito per Praga, ho parlato con lo Sparta che chiese 4 milioni e mezzo per il cartellino. Sembrava un affare facile da chiudere ma Sabatini era alle prese con plusvalenze e bilancio. Passarono giorni decisivi, la Samp offrì la cifra chiesta dallo Sparta e lo prese». Schick arrivò alla Roma l’anno successivo, costando dieci volte di più dopo 32 presenze (14 da titolare) e 11 gol in Serie A con la maglia blucerchiata.
Il matrimonio non ha funzionato. Capita. Il Bayer, però, si gode un centravanti di 25 anni con margini di miglioramento e appeal sul mercato. Si sono già mossi club di Premier League, adesso spetta a Rudi Voeller decidere se tenersi Schick o monetizzare. In questa congiuntura non è un vantaggio da poco.
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