Petrachi avrà il suo bel da fare, per il d.s. della Roma non sarà certo l’estate più serena di sempre. Non solo perché dovrà piazzare almeno 14 esuberi, ma anche perché bisognerà andare a contrattare anche in quelle situazioni che sembravano già a buon fine.
La prima, ad esempio, è quella che riguarda da vicino Patrik Schick, che sabato ha segnato il suo decimo gol con il Lipsia (in 19 partite disputate in Bundesliga) e che ha già fatto sapere a tutto il mondo che vuole restare in Germania. Il problema, però, è che l’accordo pre-Covid prevedeva un diritto di riscatto fissato a 28 milioni di euro (29 in caso di qualificazione dei tedeschi alla prossima Champions League), mentre la situazione post-Covid delinea uno scenario in cui il Lipsia vuole tenere Schick, ma con lo sconto.
Cosa che la Roma sarebbe anche disposta ad offrire, ma senza scendere sotto i 25 milioni di euro e con una modalità di pagamento diversa da quella iniziale: i soldi subito, invece che dilazionati in un anno e mezzo. Il vero problema, però, è che quello sconto lì al Lipsia non va bene, con i tedeschi (forti anche della volontà del giocatore) che per ora hanno fatto arrivare a Trigoria un’offerta di 20 milioni.
Offerta ritenuta dalla Roma troppo bassa, sia per la liquidità corrente sia per i problemi di bilancio. Attualmente, infatti, il valore netto contabile dell’attaccante ceco dovrebbe essere proprio di poco superiore ai 20 milioni (il 31 dicembre era 24,6), il che vorrebbe dire per la Roma fare pari e patta o – addirittura – piazzare una piccola minusvalenza. Insomma, Petrachi dovrà essere abile a far salire quell’asticella di un po’, magari raggiungendo un accordo intorno ai 22-23 milioni.
(Gazzetta dello Sport)
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