AS ROMA NEWS CEO BERARDI – Un comunicato di 43 parole che dà l’impressione più di un benservito che di una separazione consensuale. Una cosa comunque è certa: ad appena 558 giorni dall’inizio del suo incarico Piero Berardi non è più il Ceo della Roma, scrive La Gazzetta dello Sport.
La notizia è arrivata via social da parte del club a metà del pomeriggio di ieri, con un testo scarno eppure evocativo: «L’AS Roma informa che gli organi societari competenti hanno preso la decisione di terminare, con effetto immediato, ogni rapporto tra Pietro Berardi, il Club e le società appartenenti al Gruppo. La Società augura a Pietro il meglio per i suoi futuri incarichi».
Al solito, nel puro stile che la famiglia Friedkin ha immesso nella propria visione manageriale del calcio, il fulmine è caduto quasi improvviso, continuando la lunga lista di sostituzioni dirigenziali che sono cominciate fin dal momento del loro insediamento, il 6 gennaio del 2020.
Com’è noto, dal vice presidente Baldissoni all’a.d. Fienga, dal direttore commerciale Calvo al direttore degli Affari Esterni Scalera, sono stati tanti i manager di primo livello con cui i nuovi proprietari della Roma hanno interrotto i rapporti lavorativi . A dire il vero, però, che la posizione di Berardi non fosse più solida all’interno del club si sapeva da tempo. In molti, infatti, supponevano che a fine stagione l’ex ceo della Pirelli in America del Nord sarebbe stato sollevato dall’incarico.
Quello che sorprende in questo caso, perciò, è soprattutto la tempistica improvvisa, che potrebbe avere anche strascichi. Dai vertici della società si parla di divergenze strategiche fra i Friedkin e Berardi, anche se non avrebbero avuto un peso né la vicenda delle plusvalenze – che vede indagati Dan, Ryan e lo stesso Berardi – né la questione nuovo stadio, su cui tutto procede più o meno secondo la tempistica prevista e con un buon accordo di fondo con il Comune, tanto che l’assessore all’Urbanistica, Veloccia, ha già detto: «Il progetto andrà avanti anche senza Berardi».
Morale: «Questione di business», dicono da Viale Tolstoj all’Eur, parlando della cessazione del rapporto, anche perché i magnati, avendo investito oltre 750 milioni nel club, pretendono che la gestione sia di loro gradimento.
Inutile dire che il ruolo di Ceo sia tanto importante quanto delicato. Detto che all’interno della Roma sta riscuotendo ottimo gradimento il nuovo direttore commerciale Michael Wendell, la sensazione è che stavolta ci si voglia affidare a una persona che abbia delle competenze sportive – se non addirittura calcistiche – molto più definite. Insomma, un personaggio che possa svariare dalla questione stadio a Pietralata ai rapporti con la Uefa con piena cognizione di causa, mostrando nel contempo capacità gestionale con i dipendenti e sintonia con le altre aree della società, a cominciare da quella sportiva.
Smentito un ruolo di Mou nel siluramento, è subito cominciata la caccia al sostituto e si sono affastellati nomi diversi, oscillanti da Boniek (vice presidente Uefa) a Nepi (direttore generale di Sport e Salute) a Cozzoli (presidente e a.d. Sport e Salute), ma senza alcuna conferma, anzi spesso raccogliendo solo smentite.
Un altro che circola è quello di Umberto Gandini, presidente della Lega Basket ed ex a.d. proprio della Roma. Negli uffici del Comune (interessati per via del nuovo impianto) circola forte la voce che possa essere un italiano più che uno straniero, anche se un profilo che venisse dallo sport Usa non sorprenderebbe nessuno. Una cosa è certa: è possibile che la nomina avvenga anche entro la settimana. Perché i Friedkin, come sempre, magari amano stupire, ma di sicuro non perdere tempo.
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