(La Repubblica – M. Pinci) Tra qualche ora si troveranno di fronte, ma potrebbe essere l’ultima volta. Sono lontani i tempi in cui l’unica certezza di una squadra di calcio era il portiere: Pepe Reina e Alisson Becker, guardiani indiscussi di Napoli e Roma, il prossimo anno potrebbero guardare questa partita da lontano. Un incrocio da “sliding doors”: i rapporti sfilacciati con De Laurentiis hanno orientato la decisione del portiere spagnolo, e il “ no, grazie” alle ipotesi di prolungare il contratto in scadenza con il Napoli è ormai una certezza. L’addio del numero uno brasiliano per i romanisti è invece un incubo che il bilancio di medio termine pare materializzare. Negli ultimi due incontri contro la Roma Reina non è stato solo protagonista, ma addirittura decisivo. Curiosamente, la prima partita ufficiale della prossima stagione potrebbe giocarla proprio contro il Napoli: immaginate se la squadra di Sarri da campione d’Italia incrociasse in Supercoppa proprio il Milan, con lo spagnolo tra i pali. Di certo quello tra lui e i rossoneri è molto più di un flirt: si parla già di accordo per due anni a due milioni netti a stagione con opzione sul terzo anno. E i maliziosi hanno voluto leggere come un indizio in questo senso il “ like” di Pepe a un tweet con cui Borini festeggiava la qualificazione dei rossoneri alla finale di Coppa Italia. Certo a Napoli stanno già iniziando a chiedersi come sostituire un portiere che andrà via gratis ( in realtà rischia di perdere anche il vice Rafael e il terzo Sepe). E che alle parate – ne ha dovute fare meno di tutti in Serie A, 42, come la coppia Buffon- Szczesny – ha aggiunto una leadership indiscussa: animatore della vita dello spogliatoio, in campo ha favorito la crescita di Koulibaly suggerendogli alle spalle, come un allenatore personale, piazzamenti e tempi. Non sarà semplice trovare un piano- B: a oggi il tedesco Leno ha superato Rui Patricio e Meret.
Dopo un anno di panchina anche Alisson è diventato una certezza: a Madrid, sponda Atletico, imputano l’eliminazione nel girone alle sue parate nel match dell’Olimpico. Il collega Viviano lo ha indicato pubblicamente come «il miglior portiere del campionato» , mentre lo sguardo da seduttore – ci perdoneranno la moglie Natália e la figlia Heléna, nata a Roma – oltre a conquistare i tifosi ha colpito un importante marchio di moda che lo ha scelto come uomo- immagine. Le sue parate invece – sfiorano l’ottanta per cento dei tiri ricevuti – hanno fatto innamorare una mezza dozzina di squadre in Europa. Tra cui l’altra sponda di Madrid, il mitico Real. La relazione semestrale della Roma dice che al 31 dicembre il “ rosso” era già di 40,3 milioni, e la proiezione a fine stagione sarebbe oltre i 60 milioni di perdite. Almeno 50 ne servirebbero per rientrare nei paletti dell’Uefa. La cessione di Emerson a gennaio ( 20 milioni più 9 di bonus) ne coprirà una parte, Trigoria spera nella qualificazione ai quarti di Champions per ridurre ulteriormente l’esposizione. Ma vendere è una necessità e Alisson, dopo il “ no” di Dzeko al Chelsea, è forse l’unico calciatore che può garantire un incasso di quel genere in un’unica soluzione. Il brasiliano è costato solo 7 milioni e con due anni di ammortamento la plusvalenza è garantita. Ma vendere entro il 30 giugno vuol dire farsi prendere per la gola, come Monchi ha imparato a proprie spese dall’affare Salah ( «Non l’abbiamo venduto al prezzo migliore ma dovevamo farlo» ). Certo il ds andaluso sta già monitorando alternative come Lafont del Tolosa, il Donnarumma francese. La domanda, a Roma come a Napoli, è se basti per sostituire un numero uno.
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