Radja Nainggolan

(Il Tempo – M. Gorra) Lo sbaglio commesso da Radja Nainggolan detto il Ninja non è stato alzare il gomito e fumare le sigarette la notte di Capodanno: il ragazzo va per i trenta ed è più che padrone di fare la bisboccia che ritiene. Sì, anche se di mestiere fa il calciatore e teoricamente dovrebbe condurre l’ irreprensibile esistenza dell’ atleta: in campo il belga è una forza della natura, e fin tanto che le energie continuano a sostenerlo, lo stile di vita evidentemente non è un problema. Lo sbaglio commesso dal numero 4 romanista è un altro, quello sì imperdonabile: avere dato in pasto all’ universo mondo l’ evidenza cinematografica della notte brava. È imperdonabile, lo sbaglio, perché contravviene al primo dovere dello sportivo moderno, e cioè quello di fare almeno finta di essere uno specchio di virtù ad uso di grandi e piccini. Piaccia o no, alla società contemporanea sta benissimo che un calciatore possa e debba essere un modello di comportamento. E non sono ammessi passi falsi. Qualora il reprobo trascuri di mostrarsi bello bravo e buono, la riprovazione sarà unanime e senza appello: come si permette questo sconsiderato di rovinarci i figli così? Questa la situazione, sorprende che Nainggolan abbia commesso lo scivolone in mondovisione. Prova ne è il successivo autodafé comparso in giornata, col nostro costretto a giustificarsi per avere fatto baldoria coprendosi il capo di cenere nemmeno fosse un adolescente beccato dai genitori a rientrare in casa dopo il coprifuoco. Alla prossima festa, se proprio non si riesce a resistere al richiamo del bagordo, facciamo almeno che i telefoni restano in tasca.



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