«Rottura traumatica del neo-legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro». La sentenza su Florenzi è arrivata ieri mattina, subito dopo la risonanza magnetica e il controllo del professor Pier Paolo Mariani. Per poi venire certificata dal comunicato della Roma: «Con l’artroscopia il precedente trapianto chirurgico è stato sostituito col tendine rotuleo del ginocchio destro. Dalla prossima settimana inizierà il percorso terapeutico stabilito con prognosi di 5 mesi».
Addio stagione, Florenzi tornerà a metà luglio. Anche se il suo arrivo a Villa Stuart aveva lasciato piccole speranze: senza stampelle, passo spedito, faccia dritta verso il destino. Poi l’ingresso in sala operatoria, dove è rimasto 50 minuti, uscendone verso le 14.30. Lì gli è stato ricostruito per la seconda volta il crociato anteriore, che stavolta ha fatto crac in allenamento. «È stato un gesto fortuito, girandosi è andato in stress valgo – dice Riccardo Del Vescovo, medico della Roma –. La gamba è rimasta ancorata al terreno, mentre la coscia ha fatto la transazione rotatoria che ha prodotto il trauma acuto che ha poi portato alla rottura».
Le perplessità erano legate ai tempi di recupero ed alla voglia di accelerare. A fare chiarezza il professor Mariani: «I tempi erano perfetti, gli stessi di Rüdiger, Capradossi, Mario Rui e Ponce, per esempio. Si parla di 4 mesi, col giocatore che alla fine del 3° è restituito al club. Ed al controllo del 1° febbraio Florenzi era ok. È stata sfortuna. È come se tamponi: non è che rimettere a posto la macchina ti dà la garanzia che non ci siano più incidenti. Non ho la pretesa di fare dei Robocop. Faccio un trapianto che è come quello del Padreterno, o forse un po’ meno. Si rompe quello e si rompe questo. Ci sono giocatori che appena rientrano si rompono l’altro crociato. Questo perché l’intervento non dà la garanzia che sia migliore di quello del Padreterno…». Florenzi uscirà lunedì, ieri la visita di Massara e Baldissoni: «Come sta? Come uno che è stato operato due volte in poco tempo – dice il d.g. – Ma è forte, ce la farà».
(Gazzetta dello Sport)
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