ULTIME NOTIZIE AS ROMA BOLOGNA MAYORAL – C’è un convitato di pietra invisibile che troneggia sull’Olimpico. Si chiama Ajax ed è il primo nemico che la Roma ieri ha dovuto superare, soprattutto psicologicamente, per battere 1-0 il Bologna, scrive La Gazzetta dello Sport.
Il match di giovedì, per i giallorossi, è l’appuntamento più importante e quindi la testa era già al ritorno dei quarti di coppa. Così, detto che il pari sarebbe stato forse il risultato più giusto – nel primo tempo meglio il Bologna, nel secondo la Roma – nel calcio vince chi fa gol e la squadra di Mihajlovic racconta la solita anemia offensiva, mentre Fonseca ritrova Borja Mayoral, che torna a segnare dopo 9 partite di A. Lo spagnolo, ormai, ha acquistato una dimensione non banale nel gruppo, visto che ha segnato 14 gol e fatto 5 assist. Roba che Sinisa morirebbe d’invidia.
Nell’undici iniziale Fonseca pensa già all’Ajax, visto che a sorpresa rilancia Mirante in porta e Fazio in difesa, scegliendo anche di far esordire da titolare il baby Reynolds. È la filosofia, però, che sembra cambiata.
Ormai la tattica prevalente del portoghese, che ha portato i frutti migliori, è quella attendista. Quando l’avversario ha dei valori tecnici non banali, il pressing alto si materializza solo in poche rapidi aggressioni, così stavolta è il Bologna ad avere più possesso palla (57%). Ne consegue che la squadra di Mihajlovic, sfruttando anche l’apparente gap di motivazioni, per un tempo domina con un 4-2-3-1 robusto. Soprattutto in mediana, il duello Schouten-Diawara e Svanberg-Villar vede i due nordici prevalere e e innescare la linea dei trequartisti composta da Skov Olsen, Soriano e Barrow, che spesso si scambia con Palacio. Premendo soprattutto a sinistra, nel primo temo le occasioni sono quasi tutte del Bologna, che però non vede la porta.
Nei primi dieci minuti, addirittura, la Roma non esce neppure dalla propria metà campo, con i rossoblù che fanno annotare in cronaca un salvataggio di Ibanez su Palacio, un colpo di testa di Svanberg alto di poco, un tiro di Soriano salvato da Mirante e un palo sfiorato da Danilo: tutto questo nel giro di una dozzina di minuti. La Roma avrebbe praterie, ma errori in rifinitura e attaccanti distanti portano solo a un tiro di Villar e a un cross di Pedro sbagliato per Mayoral.
Morale: calando il ritmo del Bologna, che comunque va ancora alla conclusione con Palacio e Barrow, il primo tempo sembrerebbe indirizzato verso lo 0-0 se, su un lancio di Ibanez, Danilo non si facesse beffare da Mayoral. Il contrasto del brasiliano è morbido e così lo spagnolo si invola e segna, una beffa che fa infuriare anche i rossoblù, che lamentano il fallo, tanto che Sinisa Mihajlovic calcia una bottiglietta a bordo campo.
La ripresa si apre col Bologna che prova ad alzare il baricentro per rendersi più pericoloso. Questo però concede ulteriori spazi alla Roma, che prova ad approfittarne subito per colpire con Perez, Diawara e Mayoral, anche perché i rossoblù perdono le distanze. I cambi di Mihajlovic segnano la voglia di cambiare l’inerzia del match, ma senza fortuna.
Anzi, quando nella Roma entrano Mkhitaryan, Veretout e Pellegrini il controllo del match si fa più stringente, tanto che Skorupski deve salvare anche su Peres. Che il match declini lo si capisce anche dal ritorno in campo di Pastore, che non giocava dal 28 giugno 2020 (e con i piedi è sempre un bel vedere). I rossoblù non sono capaci di un vero forcing finale, se non fosse per un’incursione di Soriano al 48’ anestetizzata da Fazio.
Risultato: finisce con Mihajlovic sempre più malinconico per la poca concretezza dei suoi e con la Roma vittoriosa con il minimo sforzo. Il modo migliore, forse, per preparare la sfida all’Ajax.
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