AS ROMA NEWS ABRAHAM – Unbelievable. Letteralmente, in inglese, «incredibile». È il commento che Tammy Abraham ha lasciato ieri ai suoi followers una volta immersosi all’interno del Colosseo. Era la sua prima volta dentro il tempio di migliaia di battaglie, spettacoli, sfide. Un pezzo sontuoso della storia mondiale, che ha finito con lasciarlo a bocca aperta, scrive La Gazzetta dello Sport.
E chissà che non sia lui a lasciare a bocca aperta qualcun altro domenica pomeriggio, quando all’Olimpico giocherà il suo secondo derby romanista. Da un tempio all’altro della città, dai duelli tra gladiatori impressi nella storia a quelli che vedremo domenica sul prato verde dello stadio capitolino. Ma sostanzialmente con lo stesso spirito, quello del guerriero che vuole andare a vincere la sua sfida personale.
Abraham è il punto di riferimento di ogni ragionamento offensivo in casa giallorossa. Mourinho non ci ha rinunciato sostanzialmente mai, se non quando davvero costretto a farlo. E non è neanche difficile capire perché, visto che tra gli attaccanti giallorossi se non segna lui si fatica a vedere la luce. Tammy finora ha messo a segno in tutto 20 gol complessivi con la Roma, di cui 13 in campionato, sei in Conference League e uno in Coppa Italia.
Va a caccia del 21° sigillo, quello che gli permetterebbe di eguagliare due totem della storia romanista come Vincenzo Montella e Gabriel Omar Batistuta, che alla loro prima stagione in giallorosso si sono spinti appunto fin lassù. E riuscire a farlo in un derby sarebbe ancora più bello, non fosse altro per l’atmosfera, il tifo, il calore. E perché Montella in un derby segnò addirittura quattro gol e Batistuta in tre anni non ne ha mai perso neanche uno (in totale tre vittorie e due pareggi), segnando anche due gol pesantissimi. Insomma, fare gol nel derby di domenica sarebbe l’investitura più bella per Tammy, per poi provare anche ad andare a caccia di Rodolfo Volk, che nel suo primo anno romanista (1928/29) segnò anche di più, in tutto 24 reti.
Del resto, Tammy è sempre più integrato nel tessuto cittadino. Ed è sempre più idolo dei tifosi, ma anche dei bambini, attratti da quel suo volto sempre sorridente e dalla grande gentilezza che manifesta in ogni circostanza. Abraham è quello che nella Roma guadagna più di tutti (con i bonus può arrivare fino a sei milioni di euro a stagione), ma non si lascia mai andare ad atteggiamenti da prima donna o da star. Anche ad Udine – dove ha giocato una partita negativa deludente – si è fermato prima e dopo la partita a firmare autografi e fare foto, regalando la sua maglia a chi la desiderava.
«Amo Roma», ha detto di recente, a chi gli chiedeva se ci fosse la possibilità di rivederlo in futuro con la maglia del Chelsea. E le recenti vicissitudini del club inglese ne allontanano ancora di più il ritorno a Londra. I Blues hanno la possibilità di poterselo riprendere al doppio dei soldi incassati la scorsa estate (80 milioni rispetto ai 40 più bonus spesi da Tiago Pinto), ma l’impressione è che difficilmente accadrà. Almeno alle condizioni attuali. Un po’ per necessità, un po’ per virtù. E un po’ perché Abraham si è davvero innamorato di Roma, dei suoi vicoli, della sua storia. E della sua gente, che gli vuole bene.
Adesso, però, si tratta anche di cancellare quella brutta prestazione di Udine. Ci proverà già domani con il Vitesse (al suo fianco potrebbe giocare Felix invece di Zaniolo), per poi replicare domenica con la Lazio. Questa qui per la Roma è una settimana calda, si può decidere parte del suo futuro, ma anche del suo presente. E per poter far bene Mourinho ha bisogno ovviamente del miglior Tammy.
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