Empoli-Lazio 1-3 e Genoa-Udinese 0-0 sono entrambe gare di Serie A, ma la prima è durata più del doppio dell’altra. Si parla di tempo effettivo, che è sempre meno. Senza interruzioni, attese Var e proteste in Italia si gioca a calcio per cinquanta minuti e undici secondi, poco più della metà dal fischio d’inizio, scrive La Repubblica.
A tirare fuori il tema un’altra volta ci ha pensato Stefano pioli, che ha incolpato Matteo Marchetti, arbitro di Ostia, per i continui start&stop. Nelle 275 partite giocate finora in Serie A la durata media degli incontri è stata di 96 minuti e 37 secondi, ma il tempo effettivo è stato solo del 52%. Dato in calo rispetto al periodo tra agosto 2019 e marzo 2021, in cui secondo l’osservatorio Cies si era giocato il 63,2%.
Massimo Neri, preparatore atletico fidato di Capello, ha spiegato: “Oltre al Var e alle cinque sostituzioni il gioco sempre più veloce e fisico produce scontri e falli, quindi più interruzioni. La Serie A non è la Champions, ma anche il nostro calcio si sta evolvendo. Chi cura la forma dei calciatori deve riflettere. Resistenza sempre, ma aumenterà il lavoro su velocità, reattività e forza esplosiva“.
Chi punta al possesso palla gioca di più: chi lotta per la salvezza è più abile a gestire il cronometro. Nel 2017 l’Ifab, organo che custodisce le regole del gioco, aveva pensato alla proposta di istituire due tempi da 30’ effettivi, che però non trovò sponde.
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