Romelu Lukaku

Fuori casa, pensate un po’, non segna proprio dalla partita d’andata, quando celebrò la sua unica doppietta in campionato. In casa però Romelu Lukaku ha già squillato forte alla prima partita di De Rossi, indirizzando il sabato verso l’uscita di sicurezza dopo una grande azione di El Shaarawy. Eppure non basta, scrive il Corriere dello Sport.

Il Lukaku migliore non si è visto ancora, con la Roma, al di là di numeri indiscutibili: 15 gol in stagione, dei quali 9 in Serie A, sono un malloppo di tutto rispetto per qualunque centravanti. Il fatto è che nemmeno la transizione da Mourinho, l’allenatore che lo ha voluto con sé per la terza volta in carriera, a De Rossi, che lo ha elogiato pubblicamente per l’atteggiamento altruista sul campo, aumentato il suo grado di coinvolgimento nella manovra offensiva. 

Lukaku tocca pochi palloni puliti e raramente con la porta davanti agli occhi. Anche se può sembrare paradossale, questo è diventato un cruccio per la Roma che sulla carta dispone della coppia di attaccanti più bella – con Dybala – ma ancora non è riuscita a sfruttarla al massimo.

E’ come se la Ferrari ingaggiasse Hamilton senza fornirgli un adeguato supporto tecnico per migliorare la macchina. Poi è chiaro, il talento del “pilota” Lukaku è tale da richiedere una maggiore incidenza nelle faccende della squadra, a prescindere dai limiti del sistema e dei compagni. Ma è oggettiva una constatazione: la Roma non ha trovato il modo idoneo per farlo correre a trecento all’ora sulla pista.

Domani intanto lo aspetta un avversario particolarmente agguerrito, che anche a parole lo ha stuzzicato: «Non è il Cagliari che deve temere Lukaku ma Lukaku che deve temere il Cagliari» ha detto Yerry Mina, difensore colombiano atteso al debutto proprio all’Olimpico. Con la Fiorentina ha avuto poca fortuna – Italiano gli ha concesso appena 40 minuti in campionato – ma dai tifosi si è fatto notare per due ragioni nel quarto di Coppa Italia contro il Bologna: ha segnato uno dei rigori, festeggiando con una strana danza, e ha marcato con una certa ruvidità Zirkzee, al quale non ha risparmiato colpi borderline. Ecco, Lukaku deve immaginare un trattamento simile domani sera. I due tra l’altro hanno un’esperienza comune nel loro passato: hanno entrambi giocato nell’Everton, in Premier League. Ma non avranno modo di parlarne, durante Roma-Cagliari.

Lukaku sta affrontando questa stagione alla Roma con impeccabile professonalità e con un apprezzabile spirito di servizio: basta osservare il sorriso con il quale ha accolto a Trigoria l’arrivo di Baldanzi. Nessuno potrà mai rimproverargli di aver trascurato gli interessi collettivi per fregiarsi di qualche record realizzativo.

Ora però la stagione è arrivata a un punto nel quale i verdetti possono essere definitivi (tra dieci giorni c’è l’andata con il Feyenoord per esempio). E’ evidente che con i suoi gol la Roma abbia maggiori possibilità di raggiungere il traguardo Champions. Poi la separazione sarà inevitabile per ragioni economiche e di prospettive.



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