Procura Figc

AS ROMA NEWS DIPENDENTE LICENZIATA – La Procura federale continua a lavorare. La storia della dipendente della Roma licenziata assieme al suo compagno, anche lui sotto contratto con il club giallorosso, è una macchia – l’ennesima – sul calcio italiano e si vuole fare chiarezza il prima possibile. Questo non significa che si arriverà a breve alla conclusione, scrive La Gazzetta dello Sport.

La questione è delicatissima e tocca diverse sfere, alcune delle quali vanno maneggiate con estrema cautela. Per questo il procuratore capo Giuseppe Chinè ha intenzione di ascoltare il maggior numero possibile di testimoni, per verificare che cosa sia realmente accaduto tra ottobre, quando il video privato dei due dipendenti ha iniziato a girare a Trigoria dopo essere stato sottratto dal telefono di lei da un ragazzo della Primavera, e novembre dello scorso anno, quando i due sono stati licenziati con una lettera che faceva esplicito riferimento al video in questione.

Oggi sarà sentita la protagonista di questa brutta vicenda, vittima prima di un episodio che ricorda tanto il revenge porn, poi di un licenziamento che – se non altro dal punto di vista legale – porta con sé una chiara violazione della privacy (se il Garante dovesse accendere un faro sulla vicenda potrebbe arrivare una multa che va dal 2 al 4% del fatturato visto che nella contestazione si è utilizzato un dato personale dei dipendenti).

Quest’ultima è però una questione che non attiene alla Procura federale, che potrebbe invece contestare al calciatore che ha diffuso il video il famoso articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, che impone il rispetto dei principi di «lealtà, correttezza e probità», mentre alla Roma l’articolo 6 per la responsabilità oggettiva. Il luogo dell’incontro tra Chinè e la ragazza è stato tenuto il più possibile segreto, nella speranza di poter proteggere, almeno questa volta, la sua privacy.

Le audizioni non si fermeranno ovviamente alla dipendente licenziata. Oltre al fidanzato, verranno ascoltati – forse già oggi – la Ceo giallorossa Lina Souloukou (a Roma c’è Dan Friedkin, ma al momento non è nell’elenco dei convocati di Chinè) e l’avvocato del club Lorenzo Vitali, autore della lettera con cui i due sono stati messi alla porta. Lì scriveva: «È stato portato all’attenzione della direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali. Purtroppo ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori».

Da qui il licenziamento, «incompatibilità con il sereno e regolare andamento dell’attività della società». Il club giallorosso, su cui sono piovute accuse di sessismo – anche perché contro il giovane che ha innescato lo spam del video non è stato preso alcun provvedimento – ha poi precisato in un comunicato che il licenziamento è la conseguenza di una violazione del «codice etico del club» (anche perché lui era il capo di lei) e che i due avevano «mansioni che richiedevano un coordinamento diretto con dei ragazzi minorenni» (lavoravano nel convitto giallorosso).

Si sottolinea poi che «i fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale» visto che sono stati licenziati insieme. E per finire un altro riferimento alle immagini rubate: «È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative». Sembra infatti che i due discutessero di assunzioni e aumenti di lei, poi avvenuti. Resta il fatto che quel video nessuno avrebbe dovuto vederlo.



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