Josè Mourinho, Gian Piero Gasperini

AS ROMA NEWS ATALANTA MOURINHO GASPERINI – Silenzi e parole sono ormai parti funzionali di quell’enorme Barnum che è diventato il mondo del calcio. Stavolta è toccato a José Mourinho stare zitto e a Gian Piero Gasperini illustrare in conferenza una sfida che può valere il primo posto in classifica per entrambi, scrive La Gazzetta dello Sport.

Sarà per questo che a Trigoria si sussurra che la tensione sia quella dei giorni più caldi. Il portoghese ha blindato la squadra ancora più del solito, raccomandando a tutti i suoi una concentrazione particolare, soprattutto dopo l’infortunio di Karsdorp. Ieri è stato ufficializzata la rottura del menisco interno del ginocchio sinistro del terzino olandese, che sarà operato a S. Moritz nei prossimi giorni, restando fuori circa un mese.

Morale: per Mou quella con l’Atalanta non è una sfida come tutte le altre, così come il duello con Gasperini è una partita a scacchi diversa da quelle che affronta con il collega di turno. La stima fra i due è alta fin dai tempi dei duelli tra l’Inter di Mou e il Genoa di Gasp, tecnico dal calcio offensivo per antonomasia – quest’anno un po’ meno – che però nei sette incroci, fra Genova e Bergamo, è riuscito a segnare alle due squadre dello Special solo due gol. Ma Mourinho per due volte e mezza è stato “incartato” da Gasperini: con un Genoa molto più debole dell’Inter, due 0-0 in campionato e una sconfitta per 3-1 negli ottavi di Coppa Italia, ma costringendo i nerazzurri ai supplementari.

Due allenatori che si rispettano, nel tempo si sono studiati e temuti. Che sanno cambiare: “Oggi Mourinho – ha detto ieri il collega – gioca con la difesa a tre che per gran parte della carriera non era stata nelle sue corde: va sempre avanti, si sa rinnovare continuamente”. Che non amano lavorare con il mercato aperto: “Sarebbe bello se lo facessero nei 40 giorni di stop per il Mondiale invece che a gennaio. Magari aprendo il mercato anche agli allenatori…”.

Due tecnici che, mai teneri quando si tratta di fare polemiche sugli arbitraggi, non temono i direttori di gara. Ieri, con toni molto distesi, Gasperini è tornato sull’1-4 dello scorso dicembre, con il 2-2 di Zapata annullato per errore, riconosciuto dall’Aia, del Var Nasca. “Ribadisco che per me gli arbitri devono andare in tv a spiegare situazioni ed errori. Serve qualcosa di ufficiale, altrimenti c’è troppa interpretazione del regolamento, troppe proteste per situazioni poco chiare”.

Chiffi arbitrerà fra i boati di un Olimpico “sold out” , che saprà ruggire ogni volta che lo Special One lo chiederà. Perché come ha detto ieri Gasperini, “ovunque arrivi, lui genera e trasmette un entusiasmo eccezionale: ha risvegliato una piazza fantastica”. Che oggi forse non può ancora sognare lo scudetto (“Nell’immediato Milan, Napoli e Inter sono un po’ più avanti”), ma domani chissà: “E’ forte in tutti i reparti, crescendo può pensare di competere anche per quello: dipende dall’evoluzione del campionato”. E contro questa Roma, “per le ambizioni e la crescita dell’Atalanta può essere un test formidabile”.



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