Josè Mourinho

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE MOURINHO – Stasera (siamo) tutti con Mou. Quelli che tifano Roma sempre e comunque; quelli che hanno riempito l’Olimpico per trentatré volte di seguito; quelli rimasti senza biglietto che la seguiranno sui maxischermi o da casa; quelli semplicemente stregati dalla personalità del Fenomeno; quelli che capiscono il senso di un miracolo calcistico. E, in più, molti interisti, scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport

Stasera con Mou anche i Friedkin che da sei mesi non si fanno vivi e probabilmente non pensano calcio, né coltivano il valore della gratitudine, texani dal cuore di ghiaccio e dal portafoglio in calore.

Stasera tutti con (e per) Mou. Quelli affascinati dall’affiatamento e dal senso di appartenenza mostrato da una squadra che con il lavoro esalta e perfeziona i sentimenti in gioco: Rui Patricio e Smalling, Mancini e Ibanez, Llorente e Celik, Zalewski e Cristante, Matic e Gini, Dybala e Pellegrini, Belotti e Tammy e ElSha e Bove e Camara e Spina e Solbakken e Missori e Volpato e Tahirovic e Karsdorp e Kumbulla e Svilar.

Stasera tanti contro Mou. I tifosi della Lazio, e ci sta: nel calcio è contemplato il tifo – contro , la gufata è un esercizio scontato e più che naturale. Oltre ai laziali, chi non aspetta altro che la Roma perda per poter parlare di stagione negativa, trascurando il fatto che lo Special ha fatto qualcosa di inimmaginabile con la squadra che gli hanno messo a disposizione. Tecnicamente, la meno qualitativa degli ultimi vent’anni di carriera (sua), moralmente la più vera e tra le più amate.

Stasera alcuni contro Mou. Quelli a cui nega l’accesso e c he vengono sfanculati trasversalmente e anche direttamente; quelli che non sanno che se Ancelotti avesse lasciato il Real Florentino avrebbe ripreso volentieri l’amatissimo José. E quelli che raccontano che si è offerto al Psg quando è stato Campos a parlarne con Mendes.

Stasera tutti con Mou. Quelli che – inciso radiofonicamente locale – da una vita seguono le appassionate invettive di Marione.

Stasera altri contro Mou. Quelli che vivono delle disgrazie altrui poiché la vita non ha fatto loro la grazia di dotarli un minimo di rispetto, buonsenso e successo. Successo vero. Se stasera Mou alzerà la coppa sarà impossibile non (ri)eleggerlo dio del calcio e re della Roma. E se non ci riuscirà resterà comunque dio delle città e dell’immensità. Perché non può essere una sconfitta in finale a ridurre il valore di un’impresa sportiva.

Stasera – se non v’interessa partecipare alla partita di Mou – giocate con la sua Roma che per trovarne una simile bisogna farsela raccontare dai vecchi tifosi che quarant’anni fa l’accompagnarono alla storica finale della Coppa dei Campioni contro il Liverpool, fallita perché tutto era troppo bello. Compreso l’infinito Paulo Roberto Falcao che mancò al tiro decisivo perché – meditò – sicuramente ci penserà qualcun altro a firmare la vittoria. Era lui, il re della Roma, e Viola e Liedholm gestivano un regno felice.

Stasera c’è un credito da riscuotere, senza velleità imperiali, il celebrato nome di Dybala non v’inganni. Questa squadra assomiglia al popolo giallorosso che la sostiene rinsanguando un mito: maschi, donne, ragazzi e bambini che dall’Olimpico per mesi si sono affacciati al mondo ridendo e cantando rappresentano l’Italia di mezzo – semplice, operosa in allegria – scampata al coronavirus.

PS. E che non sia un addio.



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