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Rassegna stampa

Siviglia, Gomez: “Sarà una finale durissima. Ci lasceranno la palla per colpire in contropiede”

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AS ROMA NEWS SIVIGLIA GOMEZ – Alejandro Gomez, centrocampista del Siviglia, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando della finale di Europa League contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:

Partiamo dalla finale di Budapest tra Roma e Siviglia?
«No, partiamo da Doha. Quando ero lì con la Coppa del Mondo in mano ho pensato all’Italia, e ai casi della vita. Nel 2015 il ct azzurro Ventura mi chiese se volevo giocare con l’Italia. Gli dissi di sì. Poi venne fuori che quando avevo giocato con l’Argentina Under 20 (e vinto il Mondiale) non avevo la doppia cittadinanza, requisito necessario in caso di eventuale cambio successivo. La mia richiesta fu bocciata dalla Fifa. Se l’avessero accettata io il Mondiale del 2022 l’avrei visto in tv. E invece l’ho giocato e l’ho vinto».

Altro caso della vita, l’anno con Scaloni all’Atalanta.
«Esatto, ‘14-15. Sei mesi con Colantuono e 6 con Edi Reja. Vivevamo vicini, diventammo molto amici. Si vedeva che tirava da allenatore. Quando entra nello staff di Sampaoli gli dice di chiamarmi. Debutto nel 2017, ma nel 2018 non mi portano al Mondiale. Scaloni diventa ct ad interim, e non mi chiama. Poi per la prima qualificazione ecco la convocazione, e non sono più uscito».

Lei ha iniziato con Burruchaga, poi ha lavorato tra gli altri con Simeone, Scaloni, Sampaoli, Lopetegui, Gasperini…
«Gasp è stato il migliore. Se sono ciò che sono lo devo anche a lui: mi ha cambiato la mentalità, mi ha reso più ambizioso. In campo è il numero uno, per come giocano le sue squadre e per il modo di trasmetterti le cose. Non abbiamo fatto pace, ma se lo dovessi incontrare oggi gli darei un grande abbraccio e riderei su tutto ciò che è successo tra noi. Il passato è passato, e il tempo cura tutto».

E Jose Luis Mendilibar?
«Una persona bella e semplice. Dice ciò che pensa. È un basco, può sembrare brusco, ma mi piace proprio perché è diretto. Ci ha portato tranquillità e sicurezza».

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Mourinho ha 225 panchine europee, Mendilibar 6.
«L’esperienza conta fino a un certo punto: Scaloni non aveva allenato nessuno. Con lui abbiamo vinto Copa America, Finalissima e Mondiale».

Che finale si aspetta?
«Difficile, chiusa. Le italiane sanno difendersi, la Roma di più. Ha furbizia ed è brava in contropiede. Ci lasceranno la palla, dovremo farne buon uso».

E Dybala?
«Con lui o senza di lui la Roma cambia molto. Aveva bisogno di aria nuova e tra la passione di Roma e la protezione di Mourinho è tornato quello di una volta. Certo, Palomino gli ha dato un bel colpo, vediamo se si riprende».

E voi? Siamo in Siviglia League?
«Si, non c’è nessun club che vuole questa coppa più del Siviglia. E a me personalmente manca un titolo qui in Europa».

Poi che farà? Ho sentito parlare del Monza.
«Si, perché sono amico di Galliani, ci vediamo a Ibiza. Quando sono passato dall’Atalanta al Siviglia si è arrabbiato, diceva che gli avevo promesso che sarei andato al Monza. Ma erano in B! Certo, Monza è vicina a Bergamo dove ho radici, famiglia e business. E poi non sono mai andato a vedere il Gran Premio! Scherzi a parte, io ho un altro anno di contratto e voglio restare qui a Siviglia».

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FOTO: Credit by Depositphotos.com

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