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Rassegna stampa

Smalling: “Studio l’italiano per far vincere la Roma”

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NOTIZIE AS ROMA SMALLING – Guido Fienga, il Ceo giallorosso che è rimasto il vero trait d’union tra la vecchia proprietà Pallotta e la nuova proprietà Friedkin, si è detto orgoglioso di poterli presentare insieme. Chris Smalling e Borja Mayoral sono arrivati alla Roma da Manchester United e Real Madrid: «Hanno scelto la Roma per centrare obiettivi che, vi assicuro, sono sempre ambiziosi. Sono colonne del nostro progetto», riferisce il Corriere della Sera.

Borja Mayoral, in prestito biennale, è soprattutto una scommessa in prospettiva: «Per me la Roma è un punto di arrivo, non di passaggio. Non mi considero una riserva di Dzeko, anche se da lui ho tanto da imparare. Abbiamo caratteristiche diverse e ci completiamo. Possiamo anche giocare insieme».

Chris Smalling, invece, è la certezza che Paulo Fonseca ha voluto di nuovo con sé dopo l’eccellente stagione scorsa, quando però era soltanto in prestito senza alcuna opzione di riscatto. Smalling ha fatto molto per tornare a Roma e vede la squadra addirittura migliorata: «Sono convinto che sia più forte dell’anno scorso. Dopo un anno di affiatamento, con il gruppo che ha mantenuto l’ossatura, credo che siamo in una posizione migliore. Non vedo l’ora di cominciare la stagione».

Molti tifosi vorrebbero che fosse lui a vestire la fascia da capitano, ma la risposta di Smalling fa capire perché un giocatore come lui sia fondamentale in uno spogliatoio: «La Roma ha uno dei migliori capitani: Edin Dzeko. Qualunque club al mondo lo vorrebbe avere. Le squadre hanno bisogno di leader in campo, come reputo di aver fatto la scorsa stagione, e fuori dal campo, cosa che voglio fare anche migliorando il mio italiano».

I valori di Smalling non si fermano sul campo di gioco. é uno dei calciatori più impegnati nel sociale, sia con la campagna di Missing Kids che con la sua charity personale: «Non posso che esprimere il mio orgoglio di farne parte, sono temi che vanno al di là del calcio e sono ancora più importanti. Il calcio è lo strumento per diffondere simili messaggi, la Roma è un esempio. La mia associazione benefica si occupa di bambini vulnerabili, che si perderebbero in una classe con 30/40 ragazzi e che invece riusciamo a seguire individualmente».

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«Sono sempre qui presenti e l’altro giorno hanno seguito il nostro allenamento. Ci fanno sentire uniti e compatti come squadra, una vera e propria famiglia. Parlo per esperienza diretta, mi è capitato poche volte, posso contarle sulle dita di una mano, di vedere i proprietari presenti al fianco di una squadra».

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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