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Rassegna stampa

Soulé vota Roma: sfida al Leicester

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CALCIOMERCATO AS ROMA SOULE – Il primo passo c’è stato. Matias Soulé vota Roma. Ghisolfi incassa il sì dell’argentino e ora avrà modo e tempo (non molto in verità) per formulare un’offerta che possa convincere la Juventus a lasciar partire l’asso argentino per farlo restare in Italia, scrive Il Messaggero.

Il timore di un boomerang alla Continassa è dietro l’angolo. Ma nella bilancia dei desiderata, Koopmeiners pesa più del ragazzino di Mar del Plata e allora tanto vale mettersi alla finestra e aspettare l’offerta giallorossa. Quella del Leicester, neopromosso in Premier, non soddisfa: 20 milioni più 5 di bonus non bastano per il via libera di Giuntoli che ne chiede 35.

Ghisolfi ufficialmente ancora non si è mosso. Ma se i Friedkin erano disposti a spendere 25 milioni per Chiesa, vien da sé come la trattativa per Soulé possa avere proprio questa base di partenza. Con due differenze fondamentali: 1) Il nazionale azzurro non è ancora oggi convinto della destinazione a differenza del 21enne sudamericano che sarebbe entusiasta di raggiungere Roma 2) Gli ingaggi: con Chiesa (che potrebbe riaprire ai giallorossi soltanto se l’affaire-Soulé non andasse in porto) si partirebbe dai 6 milioni in su, mentre con Matias, considerando che nella stagione scorsa ha guadagnato 300mila euro, lo stipendio oscillerebbe intorno ai 2, benefit inclusi. Differenza notevole.

L’impressione è che il prezzo giusto possa essere quello di 30 milioni con l’inserimento degli immancabili bonus a meno che la Juventus non riesca a inserire una percentuale del 10-15% sulla futura rivendita del ragazzo. A quel punto, il prezzo si abbasserebbe. Discorsi prematuri. De Rossi non può far altro che attendere. Ma quella di Soulé è una sua precisa richiesta alla quale si è aggiunta – nei limiti del possibile – la volontà di non sacrificare El Shaarawy (obiettivo di Motta).

Ghisolfi, insieme alla Ceo Souloukou e ai Friedkin, vogliono provare ad accontentarlo. Matias, infatti, rappresenta il prototipo dell’investimento che hanno in mente: giovane, di talento, ingaggio basso e futuribile. A Trigoria non è passato inosservato come nell’ultima stagione tra gli Under 21 dei Top 5 campionati europei, l’argentino sia stato primo per duelli offensivi, passaggi chiave, tiri assistiti, passaggi lunghi e passaggi filtranti e secondo per tiri, intercetti, passaggi nell’area di rigore, dribbling, gol (11) e precisione nei cross (fonte @datamb).

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La collocazione in campo, vista la presenza in rosa di Dybala (e Baldanzi), non sarebbe un problema. Sarebbe paradossale il contrario, come se ai tempi di Franco Sensi, la Roma non avesse preso Cassano perché in rosa c’era già Totti. De Rossi si augura di avere di questi “problemi”. Perché per uno preparato come Daniele (che oggi ha concesso un giorno di riposo al gruppo), le soluzioni non mancherebbero.

A partire dalla più semplice, forse la più logica. Ossia quella di far giocare nel 4-3-3 un mancino, anche se al Frosinone ha giostrato quasi sempre a destra, a sinistra. Senza dimenticare poi che Dybala il 15 novembre festeggerà 31 anni, non garantisce 50 partite in stagione ed è all’ultimo anno di contratto. Ma le variabili non mancano: in un 4-2-3-1, ad esempio, potrebbero giocare tranquillamente insieme con Paulo centrale e Soulé a destra.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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